I Musei Civici di Cagliari custodiscono, in attesa delle operazioni di restauro, le teste delle statue ottocentesche che appartengono ai Giardini Pubblici, vandalizzate nottetempo lo scorso 21 aprile. “Rimettiamo le teste a posto” è il titolo e l’obiettivo dei Musei Civici, che renderanno visibili al pubblico i frammenti delle statue per poche settimane, a partire da oggi, sabato 5 maggio, ricostruendo per il pubblico la loro storia e le vicende recenti. Le teste delle statue Aria, Estate e Autunno, saranno perciò esposte al CArteC, presso i Giardini Pubblici, a pochi passi dalla loro sede originale, a partire dalla giornata di apertura di Monumenti Aperti 2018, dedicati all’Anno Europeo del Patrimonio Culturale.

Come rendono noto attraverso la pagina Facebook, con questa iniziativa i Musei Civici vogliono onorare la loro missione, che è contribuire alla conoscenza, alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio artistico e naturale: la Galleria Comunale d’Arte, primo museo civico dell’Isola, è legata indissolubilmente ai Giardini, storico spazio verde, il primo giardino pubblico della Sardegna. Ferire il patrimonio dei Giardini significa intaccare un valore per tutti noi fondamentale. Se la tutela del Patrimonio pubblico procede dallo Stato, supportato dalle istituzioni, queste devono poter contare sulla sensibilità e la collaborazione del cittadino: senza la consapevolezza e l’impegno di tutti ogni controllo è inutile e ogni precauzione sarà sopraffatta. Solo i cittadini consapevoli possono davvero godere del patrimonio culturale e naturale, rispettandolo e preservandolo per le generazioni future, e costruire attorno a questo “Patrimonio” il valore di comunità.

“Vietato palpare le pesche”. È questo il curioso, ironico ma fermissimo avviso comparso tra le cassette di frutta di un fruttivendolo cagliaritano, e che ha attirato non solo l’attenzione dei clienti, ma anche quella dei passanti e dei social.

Il cartello, posizionato in bella vista sopra una cassetta di pesche succose, sembra aver avuto un effetto… sorprendente. Le pesche, infatti, sono quasi finite: ne restano appena una manciata. Ma la domanda ora sorge spontanea: le avranno scelte davvero senza toccarle? O qualcuno, più discreto, ha ceduto alla tentazione di una rapida “verifica manuale” prima dell’acquisto?

L’avviso è un piccolo capolavoro di comunicazione: diretto, spiritoso e in fondo anche igienicamente saggio. Non è raro, infatti, che i commercianti chiedano ai clienti di evitare di maneggiare la frutta, specialmente quella delicata come le pesche, che si ammaccano facilmente.

Non sappiamo se si sia trattato di un colpo di genio o di semplice esasperazione da frutta rovinata, ma una cosa è certa: il cartello ha colpito nel segno, e la bancarella si è quasi svuotata. A dimostrazione che a volte, anche una semplice frase può fare marketing… e sorrisi.