È online il nuovo video “Soft Control” realizzato da Naked Panda. Tra i protagonisti il maestro Francesco Pandolfi e il comico cagliaritano Fisso Ridendo

I Naked Panda (ovvero Giovanni Pintus e Gabriele Meloni) sono nati due anni fa come “personaggi web”, realizzando video caratterizzati da ironia e una sana dose di effetti speciali. In questo lasso di tempo hanno creato anche una agenzia video creativa che si occupa della creazione di contenuti video per brand che hanno necessità di comunicare sul web. I loro lavori hanno suscitato l’attenzione di tantissime persone su Facebook ma mai come con l’ultimo trailer, “Soft Control“, che vede la partecipazione straordinaria del Maestro Francesco Pandolfi – diventato di recente uno dei personaggi più presenti nelle immagini ironiche presenti sui social network.

«L’idea di questo video nasce dalla voglia di creare qualcosa di epico intorno alla figura del Maestro Pandolfi » raccontano. « Abbiamo quindi raccolto i tormentoni che lo hanno caratterizzato in un trailer che strizza l’occhio ai film americani sui supereroi. Nel video ci sono citazioni a Batman, Spiderman, Iron Fist e Lo chiamavano Jeeg Robot ». Francesco Pandolfi è stato fin da subito entusiasta del progetto ed è stato sempre molto disponibile come anche Angelo, sua fedele spalla nelle dimostrazioni di difesa personale. A loro si sono aggiunti Cristian Basciu – alias Fisso Ridendo – Agnese Fois, Carlo Porru, Andrea Cortese e Simeone Latini. « Tutti attori professionisti con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare in altri progetti e che hanno deciso di sposare questa nobile causa».

Il trailer è stato condiviso martedì alle ore 13:00 e nel giro di due giorni ha raggiunto quasi la bellezza di 300 mila visualizzazioni. Tantissime le pagine che lo hanno ricaricato, così come il tam tam su Whatsapp e Telegram che ha garantito molta visibilità sia tra il pubblico sardo e quello nazionale. A supporto sono stati pubblicati anche un poster ironico ed un teaser trailer.

Felice del risultato anche Fisso Ridendo, altro videomaker cagliaritano che col tempo ha iniziato a farsi apprezzare garantendo sorrisi in quantità industriale. «Ho ricevuto in primis una chiamata dal Maestro, con cui ho un bel rapporto » spiega, « dopo di che ho conosciuto Gabriele, mi ha racconato il progetto ed è scattata subito una empatia particolare. È stato un lavoro bello e impegnativo, ho potuto anche assistere in diretta alla spaccata del Maestro e credetemi come sia uno spettacolo unico. Abbiamo riso parecchio durante le riprese, i Naked Panda sono dei ragazzi meravigliosi ».

Come si dice “prezzemolo” in sardo?

Il segreto botanico del “ficcanaso” sardo tra storia e cucina. Sapete come si dice prezzemolo in sardo campidanese?

Se pensate che la botanica sia una materia polverosa, allora non avete mai scavato in quello scrigno di tesori linguistici che è il sardo, una lingua ricca di influenze e significati che spaziano costantemente dal serio all’ironicamente divertente, regalandoci perle che brillano di una musicalità tutta propria. È proprio il caso della parola che indica il prezzemolo, un’espressione che non solo fa sorridere per il suo suono quasi fanciullesco, ma che nasconde anche un piccolo aneddoto filologico capace di farvi vedere questa erbetta in una luce tutta nuova. Entrando nello specifico del sardo campidanese, il prezzemolo si dice “perdusemini” o, in quella variante ritmata che suona come una filastrocca ipnotica, “pedrusemini”, una parola che non passerà certamente inosservata a chi ama perdersi tra le pieghe della storia e dei dialetti. Per capire come siamo arrivati a questo peculiare risultato fonetico, dobbiamo intraprendere un affascinante viaggio a ritroso nel tempo: tutto parte infatti dal greco “Petroselinon”, termine che diventa poi “Petroselinum” in latino e che, seguendo la scia di molte altre parole, si diffonde con tenacia nelle lingue neolatine, influenzando profondamente anche il sardo campidanese attraverso i secoli.

Ma non finisce qui, perché se osserviamo i nostri vicini europei, scopriamo che il prezzemolo non è solo un’icona del nostro piatto preferito ma un vero simbolo internazionale della tavola: il tedesco lo chiama infatti “Petersilie”, lo spagnolo lo trasforma in “Perejil” e non possiamo certo dimenticare l’italiano che ci ha regalato il nostro ben noto “prezzemolo”, dimostrando come siamo di fronte a un’erba dalle mille tradizioni linguistiche.

E qui arriva il vero colpo di scena che rende il tutto più piccante e sociologico: proprio come accade nella lingua italiana, anche in sardo l’espressione “cument’e su perdusemini” non si riferisce solo a quell’erba aromatica che sta sempre lì, pronta a dare un tocco di freschezza a ogni piatto, ma viene usata con sottile ironia per descrivere qualcuno che è sempre in mezzo, sempre presente, un vero e proprio ficcanaso che si intromette dappertutto con una disinvoltura quasi irritante. Insomma, proprio come il prezzemolo che non manca mai in una ricetta, quella persona è sempre lì, pronta a “condire” ogni discussione e ogni situazione con commenti non richiesti, mettendo il suo tocco in ogni angolo della vita altrui, lasciandoci con il dubbio se irritarci o sorridere della sua onnipresenza. E che dire, se non che, in fondo, anche il più molesto ficcanaso ha una sua paradossale utilità, proprio come il prezzemolo che, nonostante la sua invadenza, riesce sempre a salvare il sapore di una cena?