Fine 2017 con il botto per l’aeroporto di Cagliari. Il più importante scalo isolano ha festeggiato infatti il traguardo dei quattro milioni di passeggeri transitati in un anno, un vero e proprio record storico per l’aerostazione dedicata a Mario Mameli. L’uomo del primato, il fortunato quattromilionesimo viaggiatore, un ingegnere quarantaduenne di Salerno, si chiama Alessandro De Nicola e si trovava a Cagliari, da dove ha poi preso il volo per Napoli, per ragioni di lavoro.

«Quando mi hanno detto che ero io il quattromilionesimo passeggero del 2017, non ci credevo. Pensavo di essere su Scherzi a parte», ha detto De Nicola, che, in ricordo del record, ha ricevuto in regalo due biglietti omaggio andata e ritorno Cagliari-New York e un piatto decorato. A premiare De Nicola, che volerà in America insieme alla moglie, è stato Gabor Pinna, presidente della Sogaer, la società che ha in gestione l’aeroporto cagliaritano, protagonista quest’anno di una vera e propria escalation.

«Nel 2017 il traffico dell’aerostazione è cresciuto complessivamente del 12 percento rispetto all’anno scorso, un aumento a cui ha contribuito, anche e soprattutto, l’incremento, pari al 35 percento, del traffico internazionale», ha spiegato Pinna, che poi ha illustrato i prossimi obiettivi dello scalo: «Dobbiamo cercare di crescere ancora e potenziare in particolar modo il traffico nazionale, che è strettamente legato alla definizione della questione della continuità territoriale».

Dopo la premiazione di De Nicola, la festa per il quattromilionesimo passeggero è stata animata dalla simpatica ed entusiastica presenza dei ragazzi del Team Sardegna Special Olympics, tre dei quali, estratti a sorte, hanno ottenuto in dono altrettanti biglietti aerei con destinazione Londra, Barcellona e Lione.

Dopo il ritrovamento di un simil maremmano morto in Ogliastra pochi giorni fa, un nuovo caso di crudeltà animale scuote la Sardegna. Stavolta la vittima è un cane rinvenuto nelle campagne di Villacidro, in condizioni disperate. La povera creatura ha vagato per giorni con un cavo conficcato nella pancia, una vera e propria tortura inflitta da mani senza scrupoli.

Foto del veterinario Casula

Secondo il veterinario che sta tentando di salvarlo, si tratta di un cavo utilizzato per la cattura dei cinghiali, una trappola artigianale realizzata con del filo di ferro, spesso impiegata dai bracconieri. Una pratica brutale e illegale che continua a mietere vittime innocenti, provocando sofferenze atroci.

Nonostante gli sforzi dei soccorritori, il destino del cane resta incerto, e con ogni probabilità il responsabile di questa barbarie non sarà mai identificato né punito. Un episodio che riaccende l’attenzione sull’odioso fenomeno del bracconaggio e sull’urgente necessità di azioni più incisive per contrastarlo.