Non solo per Steven Spielberg e Red Hot Chili Peppers: le opere del creativo Filippo Serci ora anche in un nuovo locale di Cagliari

Cosa hanno in comune Steven Spielberg e i Red Hot Chili Peppers? Fama? Straordinaria bravura nel settore artistico di competenza? Ovviamente sì, ma in questo caso, risposta errata: questi non sono gli unici elementi di unione. A legare il genio
Cosa hanno in comune Steven Spielberg e i Red Hot Chili Peppers? Fama? Straordinaria bravura nel settore artistico di competenza? Ovviamente sì, ma in questo caso, risposta errata: questi non sono gli unici elementi di unione. A legare il genio che ha fatto sognare i bimbi di tutto il mondo con “E. T.” e la band che ha curato gli animi di quei bimbi ormai cresciuti a suon di “Under the Bridge”, c’è la comune passione per opere d’arte eccezionali, partorite da una straordinaria mente creativa, rigorosamente sarda. Una mente che non dorme mai, saltella, si agita costantemente, per poi sfociare nella realizzazione di un qualcosa di unico. La mente è quella di Filippo Serci, artigiano creativo di Pirri, della cui storia vi avevamo narrato qualche tempo fa.
Dall’ultima volta in cui lo abbiamo incontrato, Filippo non si è di certo fermato: la sua mente ha continuato a dirigere e le sue mani a eseguire, il tutto con estrema maestria. Così, quegli oggetti di uso quotidiano che per noi – comuni menti mortali – sono sterili, grigi, con l’unico compito di agevolarci nella quotidianità della giornata, proprio grazie a Filippo prendono vita, si animano e, pur conservando la loro originaria utilità, si arricchiscono, acquistano nuove e geniali funzioni e riescono a suscitare sorprese ed emozioni, come solo sanno fare le opere d’arte. Dalle pinne personalizzate con l’aerografo per il famoso apneista, Umberto Pelizzari, al casco con i 4 mori per Niccolo Porcella, dalle cuffie per il campione olimpionico di tiro a piattello, Giovanni Pellielo, fino a giungere ai bizzarri tostapane per Spielberg e i Red Hot, le creazioni di Filippo non si contano, così come i suoi estimatori.
Adesso, le sue ultime opere andranno a impreziosire gli arredi di un nuovo locale di Cagliari che ha inaugurato qualche giorno fa: la birreria “Zeroquaranta” del noto organizzatore Gianni Casella, storico amico di Filippo. E così anche il pubblico cagliaritano potrà ammirare e – anche se è davvero un peccato – utilizzare le sue creazioni. Sala d’esposizione sarà, in questo caso, la toilette del locale. Sì, perché le ultime opere di Filippo sono proprio un comune oggetto d’uso più che quotidiano, quell’oggetto che soddisfa “i bisogni” di tutti, uomini e donne, ovvero il wc.
Attenzione, però, quelli realizzati dal creativo isolano sono dei wc con un’anima, straordinari, spumeggianti – è il caso di scriverlo – che rievocano proprio un fresco e gustoso boccale di birra. L’idea, ispirata anche alla recente pratica di utilizzare il bagno come un set fotografico, nasce con l’intento non solo di abbellire questo “set”, ma anche di ricreare un filo logico di ciò che accade a tutti gli appassionati della birra: un filo conduttore che parte con il primo sorso e che, inevitabilmente, si conclude con la naturale espulsione della bevanda a base di orzo.
Certo, anche altri, prima di Filippo, si sono lasciati ispirare da questo oggetto d’uso comune, si pensi alla “Fontana” di Marcel Duchamp oppure al wc d’oro di Maurizio Cattelan. Ma gli spumeggianti wc del creativo isolano sono ben differenti, anche se altrettanto unici al mondo, e, soprattutto, sfoggiano una particolarità che li arricchisce con un’utilità aggiuntiva, intelligente e, come sempre, sorprendente. «Oltre a decorarli all’esterno, ho voluto dare un indirizzo preciso sia all’uomo sia alla donna» – ci racconta Filippo. Una piccola decorazione interna che richiama alla perfezione alcuni insetti, progettata con l’intenzione di correggere in modo divertente le classiche abitudini del pubblico maschile e di quello femminile che, in questi casi, si differenziano.
«L’uomo, si sa, entra in bagno e non riesce mai a centrare il “bersaglio” – ci spiega Filippo – Perciò ho ricreato, all’interno del wc, una piccola mosca che sembra vera. E, così, ho dato all’uomo un reale obiettivo, in modo da tenere alta la concentrazione e centrare finalmente il bersaglio».
Se, quindi, i maschietti saranno finalmente concentrati nel mirare alla mosca, qual è la soluzione ideata per correggere il comportamento del gentil sesso? «La donna, invece, quando entra nella toilette ricrea una seduta psichiatrica, si siede e parla con le amiche: chiacchiera, chiacchiera e chiacchiera e dietro si formano le file» – continua Filippo. «E allora per le donne ho deciso di ricreare non una mosca, ma una blatta: anche questa sembra vera e, si sa, alla visione di una blatta… La sensazione è quella di essere in compagnia di una presenza inquietante, dalla quale fuggire il prima possibile, accelerando il tutto».
Insomma, anche questa volta, la mente di Filippo è riuscita a sorprendere e a rapire, trasformando un oggetto anonimo in un pezzo d’arte, un’opera che per alcuni potrebbe apparire bizzarra, ma che in realtà è in grado di interagire e di coinvolgere il pubblico che avrà l’onore di utilizzarlo, si spera con tutta la cura che merita un capolavoro.
Chissà se queste nuove creazioni riusciranno a correggere il comportamento dei maschietti e delle femminucce. Un fatto è certo: in questo caso, se si dovesse formare la fila nella toilette delle signore, l’attesa sarà più che piacevole, perché per ammirare un’opera d’arte il tempo non è mai abbastanza.

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