Il Tar della Sardegna ha spazzato via con una sentenza il project financing da un miliardo di euro per gli ospedali della Asl di Nuoro. Una vera spada di Damocle per la sanità sarda che manda in un fumo una commessa enorme. 

Il progetto, che ha iniziato a prendere forma nell’estate del 2007, prevedeva la ristrutturazione e il completamento del San Francesco e del Cesare Zonchello di Nuoro, del San Camillo di Sorgono e dei presidi distrettuali di Macomer e Siniscola, ma anche tutta una serie di servizi di assistenza ai malati e la gestione dei servizi commerciali nei presidi ospedalieri.

Dopo l’ok per la concessione alla multinazionale Cofatech Servizi che risale al 2008, nel 2011 gli atti del bando di gara vengono impugnati davanti al Tar da un’azienda concorrente e che gestiva precedentemente il servizio, la Polish House. Dopo il parere positivo all’impugnazione da parte del Tar, il Consiglio di Stato ribaltò la sentenza nel 2012. Ma evidentemente il Project financing non era nato sotto una buona stella e oggi nuovi problemi giudiziari ne frenano ancora una volta la riuscita.

Questa mattina, a Cabras, Silvia Giada Casu ha preso parte alla celebre processione delle Scalze, un gesto straordinario di devozione e memoria. La ragazzina, ora quattordicenne, ha deciso di partecipare all’evento in onore della madre, Rita Carrus, scomparsa cinque anni fa a soli 45 anni a causa di un tumore.

Silvia Giada con la mamma in una vecchia foto

All’epoca, Silvia Giada aveva solo 9 anni e la malattia aveva strappato la madre al suo affetto nel pieno della pandemia di Covid-19, costringendo Rita a trascorrere gli ultimi giorni in ospedale lontana dagli abbracci della figlia. Nonostante il dolore e la solitudine, Rita aveva trasmesso a Silvia Giada una passione speciale: l’amore per la tradizione e per la fede. Sin da piccolissima, infatti, la madre la portava con sé alle processioni locali, insegnandole il rispetto e la devozione per il santo.

Oggi, partecipando alla processione come voto e tributo alla madre, Silvia Giada trasforma quel legame in un gesto pubblico di amore, memoria e speranza. La storia ci è stata raccontata dalla zia Eva Ennas, che ha sottolineato come il filo invisibile tra madre e figlia continui a vivere attraverso la fede, la tradizione e la memoria, commuovendo chi assiste a questo momento di profonda emozione.

Silvia Giada questa mattina durante la processione

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