Durante la conferenza stampa a tre, con Giulini e Rastelli, il direttore sportivo Rossi era stato chiaro riguardo il sostituto di Bruno Alves:«Per sostituire il portoghese siamo alla ricerca di un profilo simile». Tradotto, significa che al centro della difesa il Cagliari edizione 2017/2018 cercherà un difensore di esperienza e personalità, possibilmente di caratura internazionale.

Fra i candidati, questi giorni si fa largo l’ipotesi dell’argentino Gonzalo Rodriguez. L’ormai ex capitano della Fiorentina sembra avere le caratteristiche adatte per sostituire il portoghese Bruno Alves, partito dall’Isola con destinazione Rangers Glasgow. Il contratto di Rodriguez scadrà il prossimo 30 giugno, e salvo una improbabile riconferma dalla società viola, si libererà a parametro zero. Si tratta di un difensore centrale di grande carisma e ottime capacità difensive, grande fisicità e stacco aereo, e una buona confidenza con il gol che non guasta. Ventidue reti in serie A in cinque anni, ottimo rigorista e autore di sette gol nella stagione 2014/2015, il centrale classe 1984 sarebbe il primo vero colpo di prestigio del nuovo diesse rossoblù Rossi.

La pista che porta a Gonzalo Rodriguez non è l’unica battuta in queste prime settimane di mercato: gli altri profili sondati per rimpiazzare il vuoto lasciato in difesa dalla partenza di Bruno Alves sono Burdisso e Paolo Cannavaro.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.