9 maggio 1978. Muore ucciso dalla mafia Peppino Impastato

E’ il 9 maggio del 1978. A Cinisi, in provincia di Palermo, il trentenne giornalista e attivista Peppino Impastato muore sui binari della ferrovia del paese, dilaniato dall’esplosione di una carica di tritolo. La sua colpa? Essersi battuto, sin da
canale WhatsApp
E’ il 9 maggio del 1978. A Cinisi, in provincia di Palermo, il trentenne giornalista e attivista Peppino Impastato muore sui binari della ferrovia del paese, dilaniato dall’esplosione di una carica di tritolo.
La sua colpa? Essersi battuto, sin da giovanissimo, contro la mafia. A dare l’ordine di uccidere Peppino è il capo di Cosa Nostra Gaetano Badalamenti, spesso bersagliato da Impastato durante il programma radio “Onda Pazza”.
Jacopo Cullin saluta il suo amico a quattro zampe: “Un dolore enorme, ma grazie per tutto l’amore”

Nonostante il dolore, Cullin lancia un messaggio forte: adottare un cane è un gesto che cambia la vita. “Sono anime pure, esseri superiori che ci insegnano ad amare”, scrive, invitando chi può a dare una casa a un amico a quattro zampe. “Arrivederci amico mio, grazie di tutto, non dimenticherò mai quello che hai fatto per me”.
canale WhatsApp
L’attore e regista sardo Jacopo Cullin ha condiviso sui social un post toccante per dire addio al suo cane Brie, compagno di vita e avventure. Con parole cariche di emozione, Cullin ha voluto ricordare il legame speciale che li univa, raccontando quanto fosse difficile affrontare la perdita e, allo stesso tempo, quanto fosse immensa la gratitudine per l’amore ricevuto.
“L’amore per un cane non posso e non voglio nemmeno provare a descriverlo, sono sentimenti troppo forti da poter essere racchiusi in poche parole”, ha scritto l’attore, sottolineando la gioia di aver avuto Brie al suo fianco e la commozione nel vedere quanto fosse amato da chiunque lo incontrasse.
Brie, racconta Cullin, aveva “qualcosa di speciale”: una simpatia naturale che strappava sorrisi a tutti e uno sguardo unico, capace di seguirlo persino mentre guidava. “Sarà molto difficile trovare un altro essere vivente che mi guardi in quel modo”, confessa. Il cane era così conosciuto e amato che spesso i fan riconoscevano lui prima del padrone: “Ma sei il padrone di Brie?” era una delle domande che facevano più piacere a Cullin. Ora, immagina il suo amico “da qualche parte ad inseguire palline o a fare sguardi languidi per farsi dare qualcosa da mangiare”.
Nonostante il dolore, Cullin lancia un messaggio forte: adottare un cane è un gesto che cambia la vita. “Sono anime pure, esseri superiori che ci insegnano ad amare”, scrive, invitando chi può a dare una casa a un amico a quattro zampe. “Arrivederci amico mio, grazie di tutto, non dimenticherò mai quello che hai fatto per me”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA