Cesare Corda, giornalista e scrittore sardo di grande esperienza, ha lasciato un segno importante nel mondo dell’informazione. La sua carriera giornalistica iniziò l’11 novembre 1975, data in cui cominciò a lavorare per diverse trasmissioni di successo, tra cui la rubrica di pugilato per “Tutto Quotidiano”. Fu anche uno dei fondatori del primo telegiornale sardo, dimostrando sin da subito una forte passione per il giornalismo.
Dopo ben tredici anni di lavoro e gavetta, venne notato dal grande Arrigo Levi, figura di spicco nel giornalismo italiano, che lo chiamò a collaborare. Successivamente, iniziò a lavorare per Canale 5 e partecipò a una serie di missioni giornalistiche internazionali di grande rilievo, dimostrandosi un reporter coraggioso e intraprendente. Uno dei suoi più grandi successi fu un’importante intervista al capo dei ribelli sudanesi responsabili del rapimento di due tecnici italiani. Questo scoop ebbe risonanza internazionale e fu il primo di una serie di imprese che lo portarono a operare in diverse missioni in Africa.
Durante la sua quarta missione, riuscì a entrare clandestinamente in Etiopia e raggiungere la prigione dove erano detenuti nuovi sequestrati, tornando in Italia con una drammatica intervista. Questo esempio di giornalismo d’inchiesta evidenziò ulteriormente la sua determinazione e abilità nel settore.
Corda lavorò per dodici anni come inviato e corrispondente dalla Sardegna per le principali reti italiane, tra cui TG4, TG5, Studio Aperto e Italia 1 Sport, realizzando circa mille servizi. Nel 2014 fu ospite del Festival Culturale Liberevento con il libro “Benvenuto Mr. Parkinson” (Ed. Vertigo), un’opera in cui condivise la sua esperienza personale con la malattia, confermando la sua capacità di trattare temi complessi con sensibilità e onestà.
La morte di Cesare Corda rappresenta una grande perdita per il giornalismo italiano, ricordato non solo per il suo talento professionale, ma anche per il coraggio e la passione che lo hanno caratterizzato nel corso della sua lunga carriera.