Spazi per i bambini negli uffici pubblici. Il Consiglio approva all’unanimità.

Lo sapevate? Quando in sardo parliamo di una “cugurra” a cosa ci riferiamo?
La lingua sarda è meravigliosa e offre una infinita serie di parole particolari che hanno significati e utilizzi incredibili. È il caso della parola “cugurra”. Ma cosa vuol dire e in quali contesti si usa?
In Sardegna, se qualcuno vi dà della cugurra, potrebbe non essere un complimento. Anzi, probabilmente è il momento di fare gli scongiuri o di controllare se avete combinato qualche pasticcio con il gomitolo di lana della nonna. La lingua sarda è un universo di parole colorite, sfumature impensabili e significati multipli, e cugurra è una di quelle perle linguistiche che non si limitano a un solo concetto.
Partiamo dal lato più innocuo: la cugurra, in senso strettamente zoologico, non è altro che la forbicina, quell’insetto con le tenaglie posteriori che, nonostante le leggende metropolitane, non è mai entrato nelle orecchie di nessuno per divorargli il cervello. Se siete in giro per Bono o in altre zone dell’isola, potreste sentirla chiamare isperragulos o, in maniera un po’ più pittoresca, sperracunnus, perché si credeva – o forse si sperava di credere – che avesse un certo interesse per l’anatomia femminile, nello specifico per l’arte del “pizzicare e fendere” (grazie al lessicografo F. Artizzu per questa meravigliosa immagine).
Ma veniamo alla vera magia della parola: se vi trovate a Cagliari e qualcuno vi etichetta come cugurra, allora il problema è un altro. Qui il termine si è evoluto e non indica più un innocente insetto dalle dubbie intenzioni, ma una vera e propria calamità ambulante: lo iettatore per eccellenza, il portatore di sfortuna per definizione, quello che basta che passi accanto alla vostra macchina e subito vi parte la batteria. E non è finita qui! Se vi capita di litigare con un gomitolo che decide di ribellarsi e trasformarsi in un nodo inestricabile, in sardo si dice che si fairi a cugurra, cioè si aggroviglia senza speranza, proprio come la pazienza di chi deve poi rimettere tutto in ordine.
Quindi, ricapitolando: la cugurra può essere un insetto minaccioso solo di nome, una maledizione che cammina su due gambe o il disastro tessile che vi rovina la giornata. Un’unica parola, tre significati, infiniti modi di complicare la vita.