Stonehenge: in migliaia per celebrare il solstizio d’inverno nel sito neolitico
Nonostante la nebbia abbia nascosto il sole, la tradizione è stata onorata con entusiasmo.
Circa 4.500 persone, tra druidi moderni, sciamani e semplici curiosi, hanno partecipato ai rituali che mescolano folklore e rievocazione storica. Vestiti con costumi popolari, i partecipanti hanno applaudito l’arrivo del nuovo giorno all’interno del complesso neolitico, uno dei siti archeologici più famosi al mondo.
In occasione del solstizio, i visitatori hanno avuto l’opportunità unica di avvicinarsi alle pietre e persino toccarle, un’esperienza rara in un luogo che attira ogni anno milioni di turisti per le sue dimensioni, la sua sofisticata disposizione e la precisione architettonica.
“Stonehenge è stato costruito per allinearsi con il sole durante i solstizi,” ha spiegato Heather Sebire, rappresentante dell’organizzazione English Heritage, che gestisce il sito. Sebire ha sottolineato che il solstizio d’inverno era probabilmente il più importante dei due solstizi per gli antichi abitanti della regione. Per le comunità agricole che vivevano nei pressi di Stonehenge, il solstizio d’inverno rappresentava un momento di rinascita: l’inizio del nuovo anno e il progressivo allungamento delle giornate venivano celebrati con grandi festeggiamenti.
La celebrazione del solstizio a Stonehenge è una tradizione che affonda le sue radici nella storia e che continua a esercitare un fascino magnetico. Anche oggi, il sito neolitico rimane un simbolo di connessione con il ciclo naturale del sole e con la cultura dei popoli che lo hanno costruito migliaia di anni fa.
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Un nuovo Papa per una nuova era: eletto il successore di Francesco, la fumata bianca commuove il mondo
I fedeli, presenti in Piazza San Pietro e collegati da tutto il mondo, hanno accolto con gioia l’annuncio, mentre le campane suonavano a festa. Ora il mondo resta con il fiato sospeso, in attesa di conoscere il nome del nuovo Pontefice
La Chiesa cattolica ha un nuovo Pontefice. Poco dopo le 18, la fumata bianca si è levata dal comignolo della Cappella Sistina, segno inequivocabile che i cardinali riuniti in conclave hanno raggiunto il quorum necessario per eleggere il successore di Papa Francesco. Con 89 voti, pari ai due terzi dei porporati aventi diritto, è stato eletto il 267° Papa della storia della Chiesa.
L’annuncio, atteso e carico di emozione, è stato accolto da un boato in Piazza San Pietro, gremita di fedeli provenienti da ogni parte del mondo. Tra loro, anche molti pellegrini sardi, che hanno voluto essere presenti in questo momento di svolta per la Chiesa universale.
Al levarsi del fumo bianco, la Basilica Vaticana ha risuonato del suono festoso delle campane, mentre cori di gioia si sono levati dalla folla. Tutti gli sguardi ora sono rivolti alla Loggia centrale di San Pietro, da dove il nuovo Papa si affaccerà per il primo saluto urbi et orbi, pronunciando il tradizionale “Buonasera” e rivelando il nome che ha scelto per il suo pontificato.
Il nuovo Pontefice si troverà ora a raccogliere l’eredità di Papa Francesco, primo Papa gesuita e sudamericano, che ha segnato un decennio di profonde riforme e dialogo nella Chiesa. Toccherà a lui guidare il popolo cattolico in una nuova fase della sua storia.
L’attesa ora è per il tradizionale “Habemus Papam”. Solo allora il mondo conoscerà il nome del nuovo Vescovo di Roma.
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