Gioielliere riceve bolletta della luce “monstre” da oltre 260mila euro per un negozio di 15 mq

La situazione è culminata con l'arrivo di una bolletta di 262.348 euro per i mesi di luglio e agosto 2023.
Gianmaria Tiozzo, titolare di una gioielleria situata in piazza San Marco a Venezia, si è trovato di fronte a un addebito di oltre 260.000 euro per il consumo di energia elettrica in soli due mesi. Questo importo è stato calcolato sulla base del consumo di un milione di kilowattora, una cifra che Tiozzo ritiene sproporzionata rispetto alle dimensioni del suo negozio, che misura appena quindici metri quadrati, e al limitato utilizzo di energia elettrica, limitato principalmente all’illuminazione di base e a un piccolo scaldabagno attivo solo nei mesi invernali.
Il problema è derivato dal passaggio al mercato libero, avvenuto la scorsa estate, che ha comportato la transizione della fornitura energetica della gioielleria al gruppo Hera senza la stipula di un contratto iniziale. Da allora, le bollette hanno subito un notevole aumento: da una spesa mensile stabile di circa 350 euro con Enel, sono improvvisamente balzate a oltre 1000 euro mensili, per poi stabilizzarsi intorno agli 800 euro. Nonostante Tiozzo abbia inviato autoletture regolari e statistiche di consumo per dimostrare l’incongruenza delle cifre riportate sulle bollette, il gruppo Hera ha continuato a giustificare gli addebiti con “consumi stimati” che non corrispondevano alla realtà.
La situazione è culminata con l’arrivo di una bolletta di 262.348 euro per i mesi di luglio e agosto 2023, che Tiozzo si rifiuta categoricamente di pagare. Egli afferma di aver già saldato le fatture di quei mesi con importi nettamente inferiori: 1.262 euro per luglio e 1.324 euro per agosto. Tiozzo considera la richiesta di pagamento “inaccettabile” e “surreale”, poiché attribuisce alla sua attività un dispendio energetico smisurato.
Attualmente, Tiozzo ha avviato una battaglia legale consultando un avvocato e un’associazione consumatori specializzata in controversie legate alle “bollette pazze”.

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