Proposte oscene dopo una festa: “Mi sono sentita avvilita e offesa, ma continuo a lottare”, parla l’attrice Vanessa Aroff Podda
"Ma io non mi arrendo”, scrive l'attrice di Lunamatrona.
Lunamatrona, una festa, alcol d’ordinanza: può tutto ciò far sentire due giovani giustificati dal fare proposte oscene a una donna? Ovviamente no ma sono cose che succedono spesso, troppo spesso. Oggi ve lo raccontiamo con le parole dell’attrice Vanessa Aroff Podda che suo malgrado si è ritrovata vittima.
“Ieri al paese mio c’è stata una festa. Eravamo nella sede dell’ex glorioso cinema Tre Campane, quello dove a 16 anni ho visto Le onde del destino di Lars Von Triar e Trainspotting.
Noi che siamo cresciute nei paesi sappiamo bene che quando il livello alcolico sale non è sempre sicurissimo stare, perché i maschi degenerano e se prima il privilegio maschile è nascosto da una nebbia artefatta di calma apparente, dopo, le maschere cadono e la misoginia, la cultura predatoria e dello stupro divampa senza censura. E così è capitato ieri, a me”.
E quando la musica era ormai terminata, due giovani del suo stesso paese hanno fatto all’attrice delle proposte oscene per sesso spinto a pagamento.
“Mi sono arrabbiata, mi sono sentita avvilita, me ne sono tornata a casa con il dolore di vedere il patriarcato sempre più vivo e forte, sempre più deciso a non smuoversi dal suo trono. Se due ragazzi di 30 anni si permettono di rivolgersi in questo modo significa che si sentono in diritto di poterlo fare, si sentono difesi dalla società a cui appartengono (che farebbe passare la cosa come un atto di goliardia, di burla da ubriachi). I figli rispettabili, quelli ben vestiti, i famosi bravi ragazzi.
Come tutte le donne e le persone non conformi alle logiche patriarcali, da quando sono bambina a oggi, ho subito molestie, abusi, offese, critiche, sul mio corpo, sulla mia sessualità, sulla libertà di gestire il mio corpo come e quando ritengo giusto io. Il corpo femminile è il più grande terreno di battaglia che ci sia, perché è proprio la sessualità a essere messa in discussione. Se è praticata per far provare piacere al maschio, quando e come dice lui, allora va bene, ma nel momento in cui è praticata come atto di autodeterminazione del proprio piacere non va più bene.
E quindi vi chiedo, ragazze e persone non conformi del paese mio, alzate la voce, usate le mani, coalizzatevi, scrivetemi se vi succede qualcosa, uniamoci. Non lasciamo che queste cose passino in sordina, non sono scherzi, non è un gioco se si diverte solo una parte.
Ma la cosa che mi fa più male è essermi pure sgridata per non aver avuto una reazione più violenta, “Vanessa, non ti sei difesa abbastanza”, si, perché anche questo ci diciamo, anche questo dobbiamo sopportare. E comunque io non mi arrendo, del mio corpo continuerò a farne quello che mi pare”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA