Lo sapevate? L’Italia è il primo produttore di vino al mondo

Nel 2022 l'Italia ha prodotto 50 milioni di ettolitri di vino, contro i 44 milioni della Francia e i 35 milioni della Spagna. Questi tre paesi imbottigliano da soli quasi il 50% della produzione mondiale.
Paese che vai, vino che trovi. Nel mondo si consumano ogni anno centinaia di milioni di ettolitri di vino. Numeri che rendono questa bevanda, inventata circa 10mila anni fa, una delle più bevute sulla Terra.
Quello che molti non sanno è che il primo produttore mondiale di vino è proprio l’Italia, che supera di poco la Francia. A raccontarci questi numeri è Jean-Paul Tréguer, imprenditore francese esperto e produttore di vino, talmente innamorato del Belpaese da essersi trasferito a vivere con la moglie Isabelle nel sud della Sardegna.
Nel 2022 l’Italia ha prodotto 50 milioni di ettolitri di vino, contro i 44 milioni della Francia e i 35 milioni della Spagna. Questi tre paesi imbottigliano da soli quasi il 50% della produzione mondiale.
Stupiscono, ma solo in parte, i dati sul consumo di questa preziosa bevanda. A primeggiare sono infatti i cittadini degli Stati Uniti, che negli ultimi anni hanno iniziato non solo ad apprezzare il vino, ma anche a conoscerlo profondamente, a produrlo e a diventare anche molto esigenti in termini di qualità. Negli States si consumano ogni anni circa 33 milioni di ettolitri, in Francia, 25,2 e in Italia 24,2. Nel consumo pro capite spicca il Portogallo con 49 litri di vino all’anno (Francia: 40,6, Italia: 37,4).
Jean-Paul Tréguer ci offre un dettaglio anche sulla tipologia di vino di cui è più esperto, essendo un produttore della stessa: il vino rosato fermo. In questo caso è la Francia a primeggiare, sia per il valore delle esportazioni, sia per il volume, mentre l’Italia è seconda per quanto riguarda l’export e terza per il volume di produzione. Un mercato, quello del rosé, in continua espansione, che potrebbe regalare grandi soddisfazioni all’Italia nei prossimi anni se si decidesse di puntare su un settore che rispetto alle altre tipologie offre margini di crescita molto superiori, nell’ordine di un +5% circa rispetto ai mercati più o meno stabili di bianco, rosso e bollicine.

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