Dopo avere conquistato i primi punti della stagione, vincendo nettamente il posticipo di giovedì del secondo turno di campionato con il Sanluri, l’Antes esce sconfitto nella trasferta a Sassari; le padrone di casa dell’Orion si sono imposte con il punteggio di 3 a 1.

Partono bene le biancorosse, pur prive di Caffarena, e sembrano controllare bene la gara, poi la partita si innervosisce e le ogliastrine, che commettono il maggior numero di errori, perdono 25 a 23. Anche il secondo si gioca all’insegna dell’equilibrio iniziale: Gagliardi in casa Orion e Ciuffreda per le ospiti sono i maggiori terminali per le due squadre imbottite di giocatrici under, 4 sassaresi e 5 biancorosse.

Ancora una volta, nel finale, prevalgono le padrone di casa per 25 a 21; nel terzo, l’Antes parte subito bene e prende il largo e vince agevolmente 25-13; quando in molti pensavano che la partita potesse riaprirsi, mai previsione fu più errata: le ogliastrine crollano e tornano a casa a mani vuote.

Nel complesso la partita è stata piacevole e avvincente, tra due squadre molto giovani e con delle buone qualità tecniche: sicuramente c’è ancora molto da lavorare per entrambe le squadre che, tuttavia, troveranno molte soddisfazioni cammin facendo.

Nel prossimo turno, sabato prossimo alle ore 17, le ogliastrine saranno impegnata in casa contro il Sandalyon Quartu.

Caso Shardna ad una clamorosa svolta: proroga delle indagini e 17 avvisi di garanzia per la sparizione delle provette della biobanca di Perdasdefogu. L’attività investigativa della Procura della Repubblica di Lanusei, partita dopo la segnalazione di una dipendente del laboratorio del parco Genos  che nell’agosto del 2016 aveva denunciato ai carabinieri di Jerzu il furto  dei campioni, è arrivata ad una svolta.

Il gip di Lanusei ha autorizzato la proroga delle indagini  richiesta dal procuratore Biagio Mazzeo e contestualmente i carabinieri della Compagnia di Jerzu agli ordini del capitano Giuseppe Merola hanno notificato gli avvisi di garanzia a 17 persone, tra le quali i presidenti e gli amministratori della società Shardna e del Parco Genos. La segnalazione originari riguardava 53 persone ma la posizione di buona parte di essi è stata stralciata per la prescrizione di reati che sarebbero stati commessi tra il 2000 e il 2009.

Tra i reati ci sono il  furto aggravato, il peculato, l’abuso d’ufficio ed una serie di violazioni della norma sulla protezione dei dati personali. Le indagini si sono rivelate particolarmente difficili vista anche la delicatezza della materia e l’importanza degli interessi in gioco. Si tratta infatti della prima attività sulla legittimità dell’utilizzo dei dati biologici e del rispetto della normativa sulla privacy.