Settimana Santa. Celebrazioni presiedute dal vescovo nella Cattedrale
In Cattedrale le celebrazioni della Settimana Santa presiedute dal vescovo Mura iniziano, Lunedì Santo, con la Celebrazione penitenziale comunitaria e le confessioni individuali, prevista alle 19. Le celebrazioni del Triduo Pasquale Giovedì Santo 13, ore 9.30: S. Messa
In Cattedrale le celebrazioni della Settimana Santa presiedute dal vescovo Mura iniziano, Lunedì Santo, con la Celebrazione penitenziale comunitaria e le confessioni individuali, prevista alle 19.
Le celebrazioni del Triduo Pasquale
Giovedì Santo 13, ore 9.30: S. Messa Crismale; ore 18.30: S. Messa della Cena del Signore; ore 21.00: Veglia di adorazione nel Santuario e successivamente in Cattedrale
Venerdì Santo 14, ore 9.00: Canto dell’Ufficio divino; ore 18,30: Celebrazione della Passione del Signore; ore 21.00: Via Crucis nelle vie della città
Sabato Santo 15, ore 9.00: Canto dell’Ufficio divino; ore 21.00: Veglia Pasquale
Domenica di Pasqua 16, ore 8.00: S. Messa Pasquale; ore 10.30: S. Messa nel carcere di Lanusei
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Sa Die de Sa Sardigna: 28 aprile 1794, i Sardi si ribellano e allontanano i Piemontesi dall’Isola
Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l'Isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.
Sa die de sa Sardigna, come riporta Sardegna Cultura, è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi“, cioè l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna.
I Sardi chiedevano che venisse loro riservata una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Il governo piemontese rifiutò di accogliere qualsiasi richiesta, perciò la borghesia cittadina con l’aiuto del resto della popolazione scatenò il moto insurrezionale.
Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l’Isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.
Il motivo del malcontento popolare era dovuto anche al fatto che la Sardegna era stata coinvolta nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell’Isola, sbarcando a Carloforte e insistendo successivamente anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona.
La scintilla che fece esplodere la contestazione fu l’arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor. Siamo appunto al 28 aprile del 1794: la popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell’anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.
Ma l’allontanamento non durò tanto: nel giro di poco tempo i Piemontesi ritornarono in Sardegna e tutto ricominciò più o meno come prima.
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