Fabrizio Selenu perde il ricorso al Tar contro il comune di Tortolì.

La sentenza è arrivata ieri: i giudici del tribunale amministrativo regionale si sono espressi respingendo il ricorso e dichiarando l’improcedibilità del ricorso incidentale proposta dai contro interessati costituitisi in giudizio.

Il consigliere comunale di minoranza,  aveva corso alle amministrative del 25 maggio 2014 con la lista Tortolì-Arbatax Svolta Adesso, perdendo  per soli 31 voti contro la lista civica Obiettivo Uno.  Una manciata di voti sufficienti per assicurare la fascia tricolore all’attuale sindaco Cannas, troppo pochi perché Selenu  non tentasse la strada del ricorso.

Fabrizio Selenu  è stato difeso dall’avvocato Antonio Avino Murgia e dovrà pagare, secondo il Tar, le spese di giudizio e quelle del comune di Tortolì difeso dagli  avvocati Eulo e Paolo Cotza.

“Aspettiamo di vedere le motivazioni che hanno portato al respingimento del ricorso – ha commentato Selenu  – siamo dispiaciuti che il Tar non abbia riconosciuto l’errore fondamentale che ha portato all’annullamento di alcune schede, nelle quali era stata espressa la preferenza per candidati della mia lista, ma sotto il nome dell’altro candidato Sindaco con il mio stesso cognome, senza però che il suo simbolo fosse sbarrato. Ad ogni modo continuiamo serenamante il nostro lavoro come opposizione per il bene di Tortolì, come abbia fatto fino ad oggi.”

Una vicenda avvenuta a Torino nel settembre 2019, dove una donna ha scoperto tramite una telecamera installata per controllare il suo gatto che il vicino usava il suo letto per incontri sessuali con un altro uomo, presumibilmente l’amante, ha recentemente visto la conclusione del processo.

La donna, dopo aver visto la scena inaspettata sullo schermo del suo cellulare durante le vacanze, ha deciso di sporgere denuncia una volta tornata in città, fornendo prove fotografiche e video dell’accaduto.

Il tribunale di Torino ha emesso la sentenza condannando sia il vicino che la proprietaria dell’alloggio a otto mesi di reclusione ciascuno per violazione di domicilio. Risulta che la proprietaria dell’appartamento fosse l’unica detentrice delle chiavi e le avesse passate al vicino per permettergli di utilizzare l’appartamento per gli incontri segreti con l’amante, dato che nel suo appartamento viveva il compagno.

La condanna è stata quindi emessa per l’intrusione non autorizzata nell’abitazione della donna e per la violazione della sua privacy.