Ha preso avvio l’ambulatorio per l’incontinenza urinaria della Asl di Lanusei. Operativo al primo piano dell’Ospedale Nostra Signora della Mercede (nell’area ambulatoriale di chirurgia) offre un percorso diagnostico e terapeutico con la garanzia della presa in carico dei pazienti da parte di un team multidisciplinare e multiprofessionale composto da urologi, ginecologi, proctologi, fisiatri, fisioterapisti e ostetriche.

A chi è rivolto: l’ambulatorio si rivolge a persone con problemi di incontinenza urinaria, un disturbo le cui dimensioni sono difficili da quantificare anche per la diversa percezione soggettiva di questa condizione e per la difficoltà a parlarne e renderla manifesta. Nelle donne la prevalenza della patologia tende ad aumentare a partire dai 45-50 anni tra coloro che hanno affrontato più parti e chi si trova in post-menopausa. I costi, anche sociali, di questi disturbi, sono elevati, e la maggior parte della spesa riguarda i presìdi per gestire l’incontinenza. Attraverso il nuovo ambulatorio, in sintonia con le linee guida internazionali ed europee sulla patologia, la Asl di Lanusei punta invece ad investire sulla diagnosi e sulle terapie offrendo ai pazienti una risposta unitaria a un problema complesso attraverso una presa in carico globale, che avviene fin dall’insorgere del problema, e che non li faccia sentire disorientati di fronte ai diversi livelli di intervento e alle diverse discipline mediche che intervengono nel percorso terapeutico. In questo senso le attività svolte nell’ambulatorio si integrano con quelle svolte presso altri servizi aziendali (compresi quelli territoriali), in particolar modo con quelle svolte dal Consultorio sul fronte della prevenzione, sensibilizzazione ed educazione sanitaria.

Il percorso: gli utenti in possesso di impegnativa del proprio medico per visita urologica o per visita ginecologica per incontinenza urinaria possono prenotare la visita urologica/ginecologica al CUP aziendale (allo 0782 490315 dalle 12 alle 14 e dalle 15 alle 16,30, o al CUP regionale al 1533). Accederanno all’ambulatorio dell’incontinenza, aperto il secondo e il quarto martedì di ogni mese dalle 15 alle 18. Qui operano l’urologo e, per quanto riguarda le donne, anche il ginecologo e l’ostetrica, con il coinvolgimento eventuale del chirurgo generale per la parte proctologica. Una volta definiti gli ulteriori accertamenti di primo livello con gli esami da svolgere, il paziente potrà essere indirizzato, dall’urologo o dal ginecologo, alla sola terapia medica oppure all’ambulatorio di fisiatria, operativo il terzo mercoledì del mese dalle 8 alle 14 (si accede con un’impegnativa per visita fisiatrica con diagnosi di incontinenza urinaria).

In caso di insuccesso della terapia medica o quando è previsto l’intervento chirurgico, si eseguono gli esami strumentali di secondo livello nell’ambulatorio di urodinamica, operativo il primo mercoledì del mese, a cui si accede su richiesta degli specialisti ed è prenotabile solo tramite gli sportelli CUP dell’ospedale di Lanusei. Per completare il percorso di presa in carico, a breve sarà attivato anche l’ambulatorio di fisioterapia per coloro che devono affrontare il percorso riabilitativo.

Una vicenda avvenuta a Torino nel settembre 2019, dove una donna ha scoperto tramite una telecamera installata per controllare il suo gatto che il vicino usava il suo letto per incontri sessuali con un altro uomo, presumibilmente l’amante, ha recentemente visto la conclusione del processo.

La donna, dopo aver visto la scena inaspettata sullo schermo del suo cellulare durante le vacanze, ha deciso di sporgere denuncia una volta tornata in città, fornendo prove fotografiche e video dell’accaduto.

Il tribunale di Torino ha emesso la sentenza condannando sia il vicino che la proprietaria dell’alloggio a otto mesi di reclusione ciascuno per violazione di domicilio. Risulta che la proprietaria dell’appartamento fosse l’unica detentrice delle chiavi e le avesse passate al vicino per permettergli di utilizzare l’appartamento per gli incontri segreti con l’amante, dato che nel suo appartamento viveva il compagno.

La condanna è stata quindi emessa per l’intrusione non autorizzata nell’abitazione della donna e per la violazione della sua privacy.