Il 2 agosto 1980, in una calda e afosa mattinata estiva, alle ore 10.25 nella stazione centrale di Bologna scoppia una bomba. Sarà l’attentato più sanguinoso registrato in Italia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi. Le vittime furono
Domani a Sadali, alle 18, si inaugura il Polo scolastico territoriale che verrà intitolato a Emanuela Loi, la poliziotta assassinata dalla mafia a Palermo, 26 anni fa, insieme a Paolo Borsellino e agli altri agenti della scorta. Si tratta di
Articolo di Mario Fadda. Il 19 luglio 1992 è per tutti i sardi la data iconica in cui l’ideale di libertà è immolato tra i roghi dell’ordigno di via D’Amelio a Palermo, quello di Emanuela Loi, ventenne di Sestu, prima agente della Polizia di
Ennesima strage di bestiame. Nella notte scorsa ignoti hanno sgozzato quaranta capi di ovini che alloggiavano in un ovile nell’agro di Tonara. A fare la macabra scoperta è stato il proprietario che si è recato sul posto per accudire il
Strage di Capaci, 23 maggio 1992. Sono passati 26 anni dall’attentato ricordato con il nome di “Strage di Capaci”, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e
16 marzo 1978: 40 anni fa la strage di via Fani e il rapimento di Aldo Moro. Alle 9.05 la strage e il rapimento dell’onorevole Moro erano già stati compiuti: cinque uomini della scorta del leader democristiano furono uccisi nel corso
Il dramma nel dramma. Antonietta Gargiulo, la donna ferita gravemente dal marito, l’ex carabiniere Luigi Capasso, nella strage di Cisterna di Latina in cui hanno perso la vita le figlie Martina e Alessia, si è risvegliata oggi nell’ospedale San Camillo
La strage di Latina raccontata nella 27a Ora del Corriere: parole che toccano il cuore quando ormai, purtroppo è davvero troppo tardi. Ieri all’alba Luigi Capasso, 43 anni, carabiniere a Velletri, raggiunge sotto casa a Cisterna di Latina la moglie,
Era una fredda giornata come tante nel piccolo paese di Jerzu che, arrampicato sulle montagne, vedeva passare i giorni con la solita pace e le solite tribolazioni: il lavoro, i campi, la famiglia. Nessuno si sarebbe immaginato che quel giorno,
È la notte tra il 7 e l’8 gennaio 1896 – una notte iniziata come molte altre ma terminata con il rosso del sangue – quando a Jerzu accade un fatto che è oggi ricordato come “la strage di innocenti