Drag King a Roma: travestirsi da uomini per sovvertire il genere

Tutti conoscono le “Drag Queen”, espressione inglese per indicare la pratica di chi si traveste da donna per spettacolo. Meno conosciuto è il suo contraltare “Drag King” ossia persone spesso di sesso femminile, che si esibiscono su un palco o in un locale interpretando personaggi maschili.
Drag King a Roma: travestirsi da uomini per sovvertire il genere.
Tutti conoscono le “Drag Queen”, espressione inglese per indicare la pratica di chi si traveste da donna per spettacolo. Meno conosciuto è il suo contraltare “Drag King” ossia persone spesso di sesso femminile, che si esibiscono su un palco o in un locale interpretando personaggi maschili.
Un viaggio nel mondo queer per un mondo più inclusivo.
Tutti conoscono le “Drag Queen”, espressione inglese per indicare la pratica di chi si traveste da donna per spettacolo. Meno conosciuto è il suo contraltare “Drag King” ossia persone, spesso di sesso femminile che si esibiscono su un palco o in un locale interpretando personaggi maschili famosi o anche solo stereotipi maschili indossando abiti, barbe e baffi posticci.
Perché non ho utilizzato il termine “donne” ma “persone spesso di sesso femminile assegnato alla nascita”? Perché per fare il drag king non è necessario per forza essere nate femmine o riconoscersi come tali e poi perché per addentrarsi nel mondo “queer” occorre decostruire concetti erroneamente radicati nella nostra cultura, dove lo spazio di riflessione è molto ampio ed inclusivo anche delle differenti sfumature che non si fermano ai binarismi uomo/donna. Si è molto parlato e letto, spesso diventando un vero e proprio spauracchio, di teoria “gender” e chi l’ha fatto è spesso stato strumentale a posizioni transomofobe senza conoscere davvero i fondamenti su cui si basano i gender studies, la queer theory, che affondano le loro radici sulle posizioni di Michel Foucault, Jacques Derrida e Julia Kristeva (in Italia Teresa de Lauretis, Liana Borghi) mettendo in discussione la naturalità dell’identità di genere, dell’identità sessuale e degli atti sessuali, affermando che esse sono frutto di una costruzione sociale, e quindi sarebbe riduttivo indicare gli individui con termini come “eterosessuale” o “donna”. Una posizione radicale che ha provocato spaccature nel movimento non solo LGBTQIA+, ma anche in quello femminista, dove alcune si sono rivelate “trans-escludenti”, altre invece coerentemente al principio antidiscriminatorio si definiscono “transfemministe” e aderenti a movimenti di resistenza che considerano l’assegnazione arbitraria del genere alla nascita come manifestazione di un sistema di potere che controlla e limita i corpi.
Quante volte abbiamo letto articoli dove si parla delle transgender MtF (male to female ossia in transizione dal genere AMAB (persona di sesso maschile assegnato alla nascita), verso il genere femminile.) definendole come “i” transessuali (che invece identificherebbe chi è nato femmina e ha fatto il percorso inverso). Un errore violento che non rispetta chi si è sottoposto a operazioni dolorose e assunto ormoni per raggiungere la coerenza tra carne e identità, ma anche i no-med, ossia coloro che hanno deciso di non intraprendere il percorso (o non possono per diversi motivi) ma si identificano con il genere opposto, i Gender Non conforming, i non binary etc.
Fatta questa doverosa, seppur molto limitata premessa (occorrerebbe scrivere un articolo lungo quanto un manuale) continueremo ad usare termini di convenzione per praticità.
Oggi affronteremo il tema Drag King, un fenomeno relativamente recente in Italia e lo faremo parlando di Julius Kaiser, uno dei pionieri riguardo questa espressione che ha contribuito a diffondere dal 2006, con la nascita del progetto “Butterfly Kings” e poi “Kings of Rome”, il gruppo con cui ha ideato e organizzato il primo Festival Internazionale Drag King in Italia. Si è impegnato per la diffusione della cultura drag king attraverso i media nazionali (RAI, LA7, Sky TV, etc), e facilitando la presenza di Diane Torr, Jack Halberstam, e di artisti e performer della scena queer internazionale. È protagonista dei documentari “Drag King, il sogno di Julia” per la regia di Claudio Del Signore e di “Mio Sovversivo Amore” di Valentina Pedicini.
Julius, il cui nome anagrafico è Julia, vive a Roma ed ha iniziato nel 2005 a travestirsi da uomo sia nella pratica performativa “camp” ed artistica, che come attraversamento esperienziale individuale del superamento della logica polarizzante maschio/femmina evidenziandone limiti e contraddizioni.
La sua ricerca è ben oltre la parodia caricaturale della mascolinità sulla scena, ma diviene un vero e proprio esperimento che non si limita a quello dell’attore che decide di calarsi in un personaggio, ma vive sulla propria pelle il cambiamento di status, ruolo: quando Julia diviene Julius si trasforma in un uomo affascinante che cammina dentro un territorio sociale dove si ha meno paura di subire molestia o ancor peggio violenza attraversando certe strade isolate di notte, dove il divario salariale – il cosiddetto “gender gap”- è un problema da affrontare “con” le donne, dove è più semplice raggiungere ruoli di potere, dove non deve subire “mansplaining” riguardo la sua professione o il giudizio di essere più o meno sexy all’inizio di un’interazione.
Julius organizza laboratori dove vivere l’esperienza antropologica del genere opposto è un atto di consapevolezza che non è solo femminile ma è sicuramente femminista e transfemminista.
Nelle sperimentazioni Drag, seppur apparentemente sembrerebbe che venga riproposta la reiterazione del genere opposto (e quindi per paradosso il rafforzamento della logica binaria), in realtà mettere in campo la performatività del genere svela la sua costruzione e ne smaschera i limiti, al punto che si può scegliere, indipendentemente dal proprio sesso, orientamento, identità di appartenenza, di giocare con gli stereotipi.
E tu, sei pront ə?
Potete incontrare Julius e il mondo drag in occasione del Road to Trip dal 17 Maggio al 10 Giugno, in occasione della giornata mondiale contro l’omobilesbotransfobia alla parata del Roma Pride, dove Aurelio in Comune è la principale organizzazione civica e progressista del Municipio 13 di Roma. E ancora sabato 27 maggio ore 11 presso la Vineria Beva, in Via Federico Galeotti 12
dove avverrà la Presentazione del libro “Drag Queen, Dalle Sorelle Bandiera alla Drag Race di Stefania Marra” con, a seguire, video e drag show in proiezione.
E per chi vuole fare esperienza con i workshop drag, nel pomeriggio, alle ore 15, presso il
Circolo Lebowski Via Adriano 1 n. 127 ci sarà il laboratorio “Who wants to be a Drag?” una prima introduzione a questa arte aperta a chiunque voglia provare a mettersi – letteralmente! – nei panni di una Queen o di un King.
Condotto da Lady Jacqueline, Pab de la Buena Passion e Julius Kaiser
Per iscriversi: [email protected]
Foto Angela Potenza, Alessandro Penso, Rita Chessa

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