L’acquario di Roma è atteso dal 2006 ma dopo 17 anni è ancora tutto in alto mare

L’acquario di Roma è atteso da anni, forse troppi, e sembra essere diventato ormai un miraggio. Nonostante le diverse date annunciate per l’apertura i cittadini romani, a differenza dei pesci, non abboccano più.
L’acquario di Roma è atteso dal 2006 ma dopo 17 anni è ancora tutto in alto mare.
L’acquario di Roma è atteso da anni, forse troppi, e sembra essere diventato ormai un miraggio. Nonostante le diverse date annunciate per l’apertura i cittadini romani, a differenza dei pesci, non abboccano più.
La storia dell’acquario di Roma inizia nel 2006 quando la giunta capitolina avallò il progetto per la costruzione di un acquario finanziato da un consorzio privato. L’obiettivo era quello di realizzare un fabbricato interrato sotto il parco centrale dell’Eur destinato ad accogliere due grandi e distinti spazi; un acquario a tema ed interattivo e l’Expo del Mediterraneo, un’area espositiva permanente. Le vasche interne avrebbero dato ospitalità a cinquemila esemplari appartenenti a 100 diverse specie marine e l’intenzione era quella di costruire un percorso multisensoriale fatto di suoni, rumori e colori al fine di ricreare un ambiente quanto più possibile vicino a quello marino.
Le intenzioni iniziali erano delle migliori ma dal 2006 sono passati diciassette anni e l’acquario non ha ancora mai visto luce. Una storia tutta italiana insomma, lavori a singhiozzo e un interminabile scaricabarile tra ditta appaltatrice, consorzio e Eur Spa, proprietario dei terreni per conto dello stato. Il valzer di chi debba accollarsi la colpa dei ritardi si ripete più o meno tutti gli anni quando a qualcuno tocca annunciare che l’acquario anche quest’anno aprirà l’anno prossimo. L’interno della struttura è quasi completo tanto che negli anni sono state organizzate delle pre-aperture e nel 2015 sono state anche riempite le vasche, i proprietari qualche anno fa si lanciarono addirittura in dichiarazioni tipo “Mancano solo i pesci per aprire”, ma oltre i pesci sembrerebbe mancare anche il grano.
Già perché quegli annunci sono stati puntualmente disattesi e le relazioni tra la società Mare Nostrum, concessionaria dell’Acquario di Roma, e Eur Spa hanno cominciato a camminare su un filo piuttosto sottile tanto che nel 2020 il presidente dell’azienda Eur accennava a dei provvedimenti:” È una situazione delicata su cui sono stati fatti anche forti investimenti, ma entro quest’anno prenderemo delle decisioni importanti in funzione del comportamento di chi ne ha la concessione”. Aveva tutta l’aria di un ultimatum ma a distanza di tre anni la musica non sembra essere cambiata.
Le ultime novità sono arrivate nel 2022 quando Eur Spa annunciava una nuova data per l’apertura dell’Acquario di Roma. Il punto di svolta sarebbe rappresentato dall’inserimento di una nuova società che avrebbe acquistato le quote del vecchio concessore. Lo scorso anno al termine di una commissione capitolina l’ad di Eur Spa, Angela Cossellu, dichiarava: “Se va tutto bene vorremmo aprirlo per Natale 2023. I tempi non sono cosi larghi e stiamo facendo di tutto”. Sull’ingresso del nuovo finanziatore si era esposto invece il presidente di Eur Spa “: Non ci sono carte firmate ma la società Mare Nostrum sta per firmare, come mi hanno confermato le parti, un accordo per cui cederà la totalità delle sue quote a un fondo inglese, il quale poi dovrebbe mettere a disposizione investimenti tali per cui ripartiranno i lavori dell’acquario. La famiglia Ricciardi non ha più la capacità finanziaria per terminare il progetto e ha bisogno di finanza, per questo ci sarà la cessione delle quote “.
A natale 2023 manca ancora qualche mese ma nell’acquario interrato del Parco dell’Eur non si registrano movimenti. Babbo natale arriverà sicuramente con un regalo, speriamo solo non sia l’ennesimo “pacco”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA