La storia di Termini, da centro termale a punto di riferimento tra nord e sud Italia

25.000 mq di superficie e più di 150 milioni di passeggeri ogni anno, sono questi i numeri che fanno di Roma Termini la stazione più grande d’Italia. È situata nel centro storico della città, dispone di 32 linee ferroviarie e si serve delle linee metropolitane A e B, Termini rappresenta uno snodo fondamentale per il trasporto pubblico della capitale e per tutto il centro Italia. Ma qual è la storia della stazione Termini?
La storia di Termini, da centro termale a punto di riferimento tra nord e sud Italia.
25.000 mq di superficie e più di 150 milioni di passeggeri ogni anno, sono questi i numeri che fanno di Roma Termini la stazione più grande d’Italia. È situata nel centro storico della città, dispone di 32 linee ferroviarie e si serve delle linee metropolitane A e B, Termini rappresenta uno snodo fondamentale per il trasporto pubblico della capitale e per tutto il centro Italia.
Ma qual è la storia della stazione Termini?
Termini deriva dalla parola latina “thermae” ed è riferita all’impianto termale di Diocleziano che era situato in prossimità dell’area dove nel 1862 fu alloggiata la prima stazione. Era un grande fabbricato in legno ed era a servizio della linea Roma-Ceprano, si aggiunsero poi nel 1863 anche i collegamenti per Frascati e Civitavecchia. Due anni più tardi, nel 1865, per la cifra di 62.485 scudi furono espropriati ai proprietari di Villa Montaldo i terreni sopra ai quali partirono i primi lavori di ampliamento della stazione. Il progetto fu commissionato da Papa Pio IX all’architetto Salvatore Bianchi e nel 1867 la vecchia baracca di legno fu sostituita da un fabbricato in muratura che abbracciava le tendenze architettoniche dell’epoca e sfoggiava una copertura centrale in ferro e vetro.
Ben presto, complice anche la diffusione dell’energia elettrica, Termini si rivelò insufficiente a soddisfare le esigenze del trasporto pubblico romano e nel 1939 parti la costruzione ex novo di un nuovo impianto in grado di supportare l’aumento costante del traffico ferroviario. I lavori vennero affidati al progettista Angiolo Mazzoni che dovette però interrompere la costruzione della sua opera a causa del secondo conflitto mondiale. La ristrutturazione e il conseguente ampliamento saranno completati solo nel 1950 dagli architetti Montuori e Vitellozzi. Termini subirà ulteriori trasformazioni circa 50 anni dopo, in occasione del Giubileo del 2000 il plesso ferroviario è stato ulteriormente ingrandito ed è stato arricchito di negozi e attività al servizio dei viaggiatori.
La Stazione romana oggi appare satura e carica di molte criticità di carattere sociale ma rimane un punto di raccordo cardine della viabilità ferroviaria tra nord e sud Italia. Sono moltissimi i collegamenti giornalieri con Milano, ormai raggiungibile in tre ore, e Napoli distante solo 90 minuti. Termini è il frutto di trasformazioni dettate dal progresso industriale, è cresciuta e si è fatta grande insieme a Roma. Nel 1862 era solo un baraccone di legno, oggi è la stazione più grande d’Italia.

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