Lo sapevate? Poco lontano da Roma c’è un ninfeo del Bramante semisconosciuto

Lo sapevate? Poco lontano da Roma c’è un ninfeo del Bramante semisconosciuto. Un gioiello alle porte di Roma dove si può accedere liberamente. Si può andare a visitarlo liberamente, avvolto da piante rampicanti e non c’è quasi nessuna indicazione turistica
Lo sapevate? Poco lontano da Roma c’è un ninfeo del Bramante semisconosciuto.
Un gioiello alle porte di Roma dove si può accedere liberamente.
Si può andare a visitarlo liberamente, avvolto da piante rampicanti e non c’è quasi nessuna indicazione turistica che porti alla struttura pendente, il cui tetto è crollato secoli orsono.
Siamo a Genazzano, a pochi chilometri da Roma, ed è sorprendente scoprire il suo stato di semiabbandono. A metà strada tra un tempio e cattedrale, classicità e rinascimento, rivisitazione del mondo pagano e quello dei papi elaborata da una mente eccelsa, ci si chiede come il ninfeo del Bramante, commissionato dai Colonna nel 1500 non possa essere elargirlo a luogo di culto laico (culturale) e curarlo come preziosissima manifestazione del genio umano. Per diverso tempo fu relegato anche a stalliera seppur l’aspetto ricorda quello di un imponente edificio termale.
Non parliamo di un architetto qualsiasi, ma di Donato “Donnino” di Angelo di Pascuccio, detto il Bramante tra i maggiori artisti del Rinascimento, lo stesso sommo che progettò la basilica di San Pietro considerato “inventore e luce della buona e vera architettura”.
Non compare neppure su Wikipedia, segnalato online in vari siti, eppure è tra i monumenti più affascinanti di Genazzano, dall’aspetto decadente, probabilmente mai terminato per il suolo argilloso che non ne aiuta la stabilità, ma anche per le difficili vicende politiche che attraversavano il Rinascimento ed il terribile terremoto del 1703 ha dato il colpo di grazia. Vicino passa un ruscello, straordinariamente suggestivo in Autunno, quando le foglie gialle dei pioppi vicini si staccano dagli alberi. Un incontro tra stili, dovuto forse alla costruzione in più fasi.
Location di artisti e creativi, punto di incontro per chi cerca un luogo privilegiato, quasi segreto, è stato utilizzato anche da Dolce e Gabbana per uno spot, ma questo non ne ha di troppo incrementato la notorietà.
Essendo priva di tetto, ricorda l’Abbazia di San Galgano a Chiusdino vicino Siena e per questo sembra di essere catapultati nella magia di un film di Tarkovskji, contaminata dall’energia rustica di Genazzano, al confine tra la provincia di Roma e quella di Frosinone.
Nessun limite, rete, preserva questo capolavoro ed è una fortuna-sfortuna che vi si possa accedere senza dover pagare alcun biglietto di ingresso.
Per chi volesse visitarla può recarsi in via Pier Paolo Pasolini, accedere al parco e farsi incantare dalla sua bellezza

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