Lo sapevate? Enrico Berlinguer, uno dei politici italiani più stimati di sempre, è sepolto a Roma

Enrico Berlinguer è sepolto nel Cimitero Flaminio, noto anche come Cimitero di Prima Porta. Pochi uomini politici sono stati amati come lui. Quando morì, nel 1984, per andare ai suoi funerali a Roma si mobilitarono milioni di persone. Il suo funerale è stato il più imponente della storia d'Italia, dopo quello di Giovanni Paolo II. Fu benvoluto persino dai suoi acerrimi rivali. La sua scomparsa lasciò un grande vuoto, non solo politico. Con i suoi 140 ettari di estensione, Flaminio è il cimitero più grande d'Italia; è percorso da 37 km di strade interne, sulle quali si circola con automezzi e autobus.
Lo sapevate? Enrico Berlinguer, uno dei politici italiani più stimati di sempre, è sepolto a Roma.

La tomba di Berlinguer
A Roma, dove la storia si intreccia in ogni strada e monumento, il Cimitero Flaminio, noto ai romani anche come Cimitero di Prima Porta, custodisce un pezzo importante della storia politica italiana. Qui, in un luogo di quiete e memoria, riposa un uomo la cui figura ha segnato un’epoca e lasciato un segno indelebile nel cuore di molti: Enrico Berlinguer.
L’ex segretario del Partito Comunista Italiano, scomparso nel 1984, è stato una figura atipica nel panorama politico nazionale. A differenza di molti suoi colleghi, la sua figura non è stata solo rispettata, ma è stata oggetto di un affetto profondo e diffuso. Pochi uomini politici sono stati amati come lui, e il suo funerale fu una dimostrazione eclatante di questo legame speciale. Centinaia di migliaia di persone, di ogni estrazione sociale e politica, si riversarono nelle strade per dargli l’ultimo saluto, un gesto spontaneo che superava le barriere ideologiche e testimoniava un profondo rispetto per la sua integrità e la sua onestà.
Berlinguer è ricordato per il suo “compromesso storico” e per la sua visione di un comunismo non allineato, ma la sua popolarità andava oltre le sue scelte politiche. Era la sua figura sobria, la sua dirittura morale, il suo modo di fare politica con un’etica ferrea e una dedizione totale al bene comune. La sua tomba al Cimitero Flaminio non è solo un luogo di riposo, ma un punto di riferimento per chi, ancora oggi, crede in una politica fatta di passione, sacrificio e lealtà. In questo luogo, il ricordo di Berlinguer continua a vivere, a distanza di decenni, come un esempio raro e prezioso di un leader che ha saputo conquistare il cuore della gente.
Quando morì, nel 1984, per andare ai suoi funerali a Roma si mobilitarono milioni di persone. Il suo funerale è stato il più imponente della storia d’Italia, dopo quello di Giovanni Paolo II. Fu benvoluto persino dai suoi acerrimi rivali. La sua scomparsa lasciò un grande vuoto, non solo politico. Con i suoi 140 ettari di estensione, Flaminio è il cimitero più grande d’Italia; è percorso da 37 km di strade interne, sulle quali si circola con automezzi e autobus.

Enrico Berlinguer
Enrico Berlinguer nasce il 25 maggio del 1922 a Sassari. Nella cittadina trascorre l’infanzia e l’adolescenza, frequenta il liceo classico Azuni e nel 1940 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza. Nell’agosto del 1943 aderisce al PCI. Inizia allora il suo impegno politico con la partecipazione alle lotte antifasciste dell’Italia badogliana dove impera la guerra civile. Nel gennaio del 1944 viene arrestato con l’accusa di essere il principale istigatore delle manifestazioni per il pane, che si sono svolte nei mesi precedenti. Resta in carcere quattro mesi. A settembre si trasferisce a Roma con la famiglia, poi a Milano.
La sua carriera politica nel PCI comincia nel gennaio del 1948, quando a ventisei anni entra nella direzione del partito e meno di un anno dopo diventa segretario generale della FGCI, la Federazione giovanile comunista. È un uomo instancabile che gli amici descrivono timido e introverso. Un giovane dirigente comunista, lontano dalla mondanità e dai clamori della politica, che nel 1956 lascia l’organizzazione giovanile e l’anno dopo sposa a Roma Letizia Laurenti.

Enrico Berlinguer
Sarà Segretario Regionale del PCI del Lazio dal 1966 al 1969. Eletto deputato, entra in Parlamento per la prima volta nel 1968 divenendo membro della Commissione Esteri; ben presto all’interno del partito arriva alla carica di Vice Segretario Nazionale. Al XIII Congresso Nazionale del PCI, svoltosi a Milano nel marzo del 1972, Berlinguer viene eletto Segretario Nazionale. È il 7 giugno 1984 quando si trova a Padova: durante un comizio per le elezioni europee un ictus cerebrale lo colpisce. Morirà pochi giorno dopo, l’11 giugno.
Personaggio molto popolare, fu rispettato dagli avversari e amato dai propri militanti, tanto che al suo funerale, a Roma, partecipò più di un milione di persone; mai nell’Italia repubblicana si era avuta una manifestazione di tale ampiezza nei confronti di una figura politica. Sull’onda emotiva della sua scomparsa, il PCI alle elezioni europee del 1984 superò per la prima e unica volta la Democrazia Cristiana nei consensi (33,33% contro 32,97%).Sotto la sua segreteria, nel 1976, il PCI aveva già ottenuto il suo massimo risultato elettorale (34,4%), secondo partito alle spalle della DC.
Per decisione della famiglia, secondo la volontà espressa alla moglie, Berlinguer è stato sepolto a Roma nel Cimitero di Prima Porta, nonostante il Partito desiderasse che fosse tumulato al Cimitero del Verano, nel mausoleo in cui già riposavano i dirigenti comunisti Palmiro Togliatti, Giuseppe Di Vittorio e Luigi Longo e dove nel 1999 sarebbe stata sepolta anche Nilde Iotti.

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