Lo sapevate? Quasi 50 nomi diversi per l’apparato femminile nei versi del poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli

Lontano da moralismi e censure, il poeta romano Belli scriveva versi dedicandoli all'organo femminile per eccellenza.
Lo sapevate? Quasi 50 nomi diversi per l’apparato femminile nei versi del poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli.
Lontano da moralismi e censure, il poeta romano Belli scriveva versi dedicandoli all’organo femminile per eccellenza.
Nel sonetto romanesco “La madre de le sante” datata 1832 di Giuseppe Gioacchino Belli, il poeta individua circa 50 sinonimi per la vagina.
Il poeta, nato a Roma nel 1791 e morto nella stessa città nel 1863, aveva un nome ben più lungo di quello noto, infatti si chiamava Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli ed ha scritto ben 2279 Sonetti romaneschi che hanno rappresentato il popolo e lo spirito romano attraverso un realismo privo di filtri ed ipocrisie volte anzi alla ricerca del divertimento ed anche lo scandalo.
Rileggiamo insieme questo divertente sonetto, sia in romanesco che nella sua traduzione in italiano, imitato anche da Roberto Benigni in un suo sketch con Raffaella Carrà di qualche anno fa, che con la consapevolezza attuale riguardo sessismo e confini fisici probabilmente non sarebbe attualmente riproponibile.
La madre delle sante
Chi vò chiede la monna a Caterina,
Pe ffasse intenne da la gente dotta
Je toccherebbe a dì: vurva, vaccina,
E dà giù co la cunna e co la potta.
Ma noantri fijacci de miggnotta
Dimo cella, patacca, passerina,
Fessa, spacco, fissura, bucia, grotta,
Fregna, fica, ciavatta, chitarrina.
Sorca, vaschetta, fodero, frittella,
Cicia, sporta, perucca, varpelosa,
Chiavica, gattarola, finestrella.
Fischiarola, quer-fatto, quela-cosa,
Urinale, fracoscio, ciumachella,
La-gabbia-der-pipino, e la-brodosa.
E si vòi la cimosa,
Chi la chiama vergogna, e chi natura,
Chi ciufeca, tajola e sepportura.
Traduzione:
Chi vuol chiedere il sesso a Caterina,
Per farsi capire dalla gente dotta
Sarebbe costretto a dire vulva, vagina,
E proseguire con cunno e con potta.
Ma noi altri gente alla buona
Diciamo cella, patacca, passerina,
Fessa, spacco, fessura, buca, grotta,
Fregna, fica, ciabatta, chitarrina.
Sorca, vaschetta, fodero, frittella,
Uccellina, sporta, parrucca, varpelosa,
Chiavica, gattaiuola, finestrella.
Fischiaiola, quel-fatto, quella-cosa,
Urinale, fracosce, lumachella,
La-gabbia-del-pipino, e la-brodosa.
E per concludere, se vuoi,
Chi la chiama vergogna, chi natura,
Chi ciofeca, tagliola e sepoltura.

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