Respirare recitazione e lirica a Roma: intervista a Sara Pastore

Alterna l'attività di soprano, sia in Italia che all'estero, con quella di attrice. Sara Pastore è un’artista con una carriera ricchissima di esperienze nel panorama internazionale.
Respirare recitazione e lirica a Roma: intervista a Sara Pastore.
Alterna l’attività di soprano, sia in Italia che all’estero, con quella di attrice. Sara Pastore è un’artista con una carriera ricchissima di esperienze nel panorama internazionale.
Figlia d’arte, con un padre regista e giornalista, Sergio Pastore, e una madre attrice, Aichè Nanà. La sua carriera artistica è iniziata da bambina, quando già calpestava le tavole del palcoscenico.
A soli 18 anni ha interpretato un ruolo significativo nel film “Sofia Loren: Her Own Story” diretto da Mel Stuart, segnando l’inizio di una carriera che l’avrebbe vista spaziare tra il teatro, la televisione, il cinema e la musica.
Ha lavorato come attrice con alcuni tra i registi e personaggi più significativi del panorama nazionale come Pupi Avati, Ettore Scola, Dino Risi, Carlo Verdone, Dario Argento, Giuseppe Tornatore, Tonino Valeri, Cristina Comencini, Pasquale Pozzessere, Alfredo Angeli, Mario Landi, Pippo Franco.
Laureata in conservatorio come soprano lirico, ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti nel corso degli anni ed esibendosi sui palcoscenici internazionali in Italia e all’estero.
La troviamo addirittura in Corea e Giappone. E’ stata anche la prima cantante straniera a interpretare l’Inno Nazionale Uzbeko in occasione dei 30 anni della liberazione del paese.
Ha preso parte a trasmissioni televisive Porta a Porta, Festa Italiana e La Vita In Diretta. Ha partecipato anche ai programmi Palcoscenico e Cinematografo condotti da Gigi Marzullo.
Nella sua ricchissima carriera non le manca la partecipazione a sceneggiati radiofonici Rai tra cui Buona Domenica di Gianni Boncompagni e Acqua Calda di Gino Landi.
Una creatività poliedrica che l’ha portata anche a misurarsi con la regia. Suo è il corto musicale poetico contro la guerra, “THE WAR”. Vicina alle tematiche sociali, ha scritto anche una canzone contro il femminicidio “Non era la vita”.
Ha lavorato con la drammaturga Enza Ligioi negli spettacoli “Elsa che parla alle lampade” e “Oh Maria, Maria”, dedicato a Maria Callas, sotto la regia di Fabio Luigi Lionello.
Sempre in sinergia con Enza li Gioi e Lionello è tra le protagoniste dello spettacolo “Soap Operetta”, dall’11 al 13 aprile in scena al Teatro Hamlet di Roma.
L’abbiamo intervistata per Vistanet.
Come la tua infanzia in una famiglia di artisti ha influenzato il tuo percorso professionale?
Sicuramente da bambina stare dietro le quinte dei teatri o sul set dei film mi ha permesso di conoscere tanti grandi attori. Mi è rimasto impresso Marcello Mastroianni sul set di “La storia di Piera “dove recitava mia madre. Nei momenti di pausa mi raccontava tanti aneddoti dandomi consigli se avessi voluto intraprendere questo mestiere. Dicevano che era di poche parole ma con me fu molto gentile e paterno. Molto carino anche Richard Gere quando pranzavamo nelle pause del film King David: riempì la roulotte dove stava mia madre di dolcetti di benvenuto. Con mio padre invece ho conosciuto i grandi della lirica che registravano nella sua trasmissione Rai. Aiuti o facilitazioni però non ci sono stati, ho sempre fatto i provini per accedere ai lavori.
Qual è stata la tua esperienza più significativa nel mondo del teatro e come ti ha preparato per le sfide future?
Ho affrontato da giovanissima testi molto complessi per la mia età come “saluti da Bertha” di Tennesse Williams o testi di Marina Svetaeva ma ho avuto un buon riscontro di critica. Ai tempi ancora i critici venivano a teatro a vedere anche le giovani proposte, invece ultimamente mi ha dato molta soddisfazione recitare i monologhi di Enza Li Gioi come “Elsa che parla alle lampade”.
Nel tuo debutto come attrice nel film “Sofia Loren: Her Own Story”, come ti sei preparata per interpretare un ruolo così importante?
Fui presa all’improvviso portata da mia nonna ai provini, non me lo aspettavo anche perché si girava in presa diretta in americano e mentre mia nonna parlava otto lingue e mia madre cinque io l’inglese lo masticavo appena. Comunque andò bene, succede sempre così quando non te lo aspetti. Così anche con Pupi Avati che mi ha visto in una serata ed il giorno dopo mi ha convocata direttamente dalla costumista. Non sapevo di cosa si trattasse e quando lui se ne è andato è stata proprio la costumista a dirmi che il mio era tra i ruoli coprotagonisti del film. Il mese che ho trascorso con il cast ha creato belle amicizie soprattutto con Andrea Roncato mio padre nel film con il quale ho un progetto che riguarda gli animali che amiamo entrambi.
Hai ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, come quello dal Sovraintendente del Teatro dell’Opera di Roma. Cosa significano per te questi riconoscimenti nella tua carriera artistica?
I riconoscimenti soprattutto quando sono ufficiali dati da Enti riconosciuti ti incoraggiano a continuare. Come attrice fui premiata giovanissima da Diego Gullo con il Premio Roma del Teatro Argentina ed ero l’unica giovane attrice in mezzo a tanti mostri sacri, ma poi preferii dedicarmi per un decennio alla lirica soprattutto all’ estero.
Hai alternato la tua carriera da soprano lirico con quella di attrice. Come riesci a conciliare questi due mondi artistici così diversi tra loro?
Ero stata presa in un gruppo di big per Sanremo e un mese prima del festival canoro con 100 serate firmate per la Russia uscii fuori dal gruppo e non volli più saperne della musica leggera. Dopo un po’ di tempo ho debuttato con il M°Oliva nel primo concerto lirico. Quando cominciai a cantare professionalmente lasciai per un po’ il teatro di prosa e quando ripresi lo feci come voce recitante con delle orchestre soprattutto nelle stagioni musicali a Farfa. Come soprano mi sono dedicata anche all’ operetta e sono riuscita ad esibirmi nei vari teatri comunali Italiani e al teatro Verdi di Trieste nel Pipistrello di Strauss nel ruolo di Adele.
Ci puoi parlare del tuo impegno sociale, in particolare della tua canzone “Non Era La Vita”, che affronta il tema del femminicidio? Come è nato questo progetto?
La mia canzone “non era la vita” che si può ascoltare su YouTube parla di un femminicidio , la vittima parla in prima persona. Lei che ormai è solo aria nel vento. In realtà questa canzone è nata per essere inserita come tema strumentale nel corto ‘La terza finestra”che tratta il tema del femminicidio solo che ancora non siamo riusciti a girare nonostante avessimo vinto un piccolo contributo da parte di un municipio… è tra i progetti futuri.
Il tuo debutto come regista con il corto “THE WAR” è stato un momento significativo. Cosa ti ha spinto a intraprendere la regia e quale messaggio speri di trasmettere con il tuo lavoro?
Ho voluto dedicare il mio primo di lavoro come regia cinematografica a mio padre anche se più di un linguaggio cinematografico qui si fonde la poesia alla musica. Ho sempre sentito la realtà dell’odio tra i popoli essendo di origine Armena e la mia nonna materna con la quale ho visto da sola per più di trent’anni è stata una sopravvissuta del genocidio del 1916 in Turchia. Soprattutto il capitolo intitolato “l’odio non muore’ nasce dalla mia esperienza familiare…però credendo fortemente nella forza dell’amore auspico che un giorno si possa raggiungere una Pace universale sotto lo stesso cielo.
Sei stata la prima cantante straniera a interpretare l’Inno Nazionale uzbeko. Raccontaci di questa esperienza
Ero alla giuria di un concorso e ci chiesero di realizzare un video di tre minuti per fare i nostri auguri al presidente dell’Uzbekistan per i 30 anni dalla liberazione. Ho pensato che in tre minuti poteva essere carino cantare il loro inno in lingua uzbeka.
Ho registrato quindi un piccolo video nel mio salotto e inaspettatamente è stato pubblicato sul portale del ministro degli esteri e anche del presidente dell’Uzbekistan. Fui quindi invitata ufficialmente alla celebrazione che hanno fatto in Italia per 30 anni di liberazione dell’Uzbekistan alla presenza di ambasciatori e personaggi importanti ed anche lì ho cantato l’inno.
Cosa ti entusiasma di più nel portare in scena i monologhi di Enza li Gioi, in particolare “Oh Maria, Maria” dedicato a Maria Callas? Cosa speri che il pubblico possa trarre da queste performance?
Ho amato molto portare in scena “Elsa che parla alle lampade” di Enza Li Gioi che mi ha permesso di potermi esprimere attorialmente nelle corde drammatiche e in quelle comiche trattando in maniera molto originale il tema della violenza sulle donne. “Oh Maria, Maria “per la regia di Fabio Luigi Lionello ha iniziato la collaborazione con questo direi geniale regista.
I monologhi di Enza Li Gioi sono tutti particolari ed originali, la sua penna dissacrante riesce a far vedere da più angolazioni tante realtà.
Amo la formula del monologo anche arricchita come in “Oh Maria, Maria” da attori performer, una baby cantante, una ballerina. Questo spettacolo sicuramente riesce a mostrare tanti aspetti della Callas mito che non tutti conoscono. Penso sia uno spettacolo che dovrebbe essere visto dai giovanissimi non solo da melomani.
Per vedere dal vivo Sara Pastore l’appuntamento è per “Soap Operetta” dall’11 al 13 aprile al teatro Hamlet di Roma, via Alberto da Giussano 13
Foto Credit: Enza Li Gioi e Sara Pastore in una scena di “Soap Operetta” regia Fabio Luigi Lionello

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