Fantasmi romani: Targhini e Montanari, arrestati per “lesa maestà”

Continua il nostro viaggio tra le leggende popolari della Roma esoterica e lo facciamo con gli spiriti di due carbonari giustiziati alla ghigliottina dal famoso boia Mastro Titta.
Fantasmi romani: Targhini e Montanari, arrestati per “lesa maestà”.
Continua il nostro viaggio tra le leggende popolari della Roma esoterica e lo facciamo con gli spiriti di due carbonari giustiziati alla ghigliottina dal famoso boia Mastro Titta.
Le storie di apparizioni di spiriti e di esseri ultraterreni permeano la letteratura, la filosofia e la religione romane, dove il mondo dei vivi e quello dei morti spesso si intrecciano. In passato abbiamo parlato delle leggende legate ai fantasmi di Beatrice Cenci e Mastro Titta che vi invitiamo a leggere, oggi parleremo di quelli associati ai personaggi storici Angelo Targhini e Leonida Montanari, due carbonari italiani, scoperti per aver tentato di uccidere l’infiltrato Spontini, condannati a morte per “lesa maestà” e giustiziati per decapitazione nel 1825 all’epoca di Papa Leone XII.
La lesa maestà, o laesae maiestatis, è un concetto giuridico fondamentale nell’antica Roma che sanciva la violazione dell’onore e dell’integrità dello Stato, inteso come un’offesa al potere assoluto e divino della figura del re, l’imperatore, il Papa o di chi detiene il potere politico e/o religioso. Le accuse erano particolarmente gravi e venivano spesso utilizzate per reprimere ogni forma di dissenso o di critica al potere, soprattutto da parte di coloro che, in qualche modo, erano considerati una minaccia per l’autorità. La legge, sebbene formalmente indirizzata a proteggere il prestigio e l’onore del governo, divenne anche uno strumento di controllo politico e di intimidazione. La condanna era tanto severa quanto definitiva, spesso includeva la morte, la confisca dei beni e una sorta di damnatio memoriae, ovvero la condanna all’oblio. Non è il caso di questi due personaggi, entrati anzi nell’immaginario esoterico delle leggende di Roma che ha contribuito a fare in modo che la memoria dei due cospiratori non venisse cancellata.

Piazza del Popolo
L’esecuzione venne per mano del già citato boia Mastro Titta, protagonista a sua volta di racconti di apparizioni notturne a Castel Sant’Angelo.
La vicenda è stata raccontata anche nel film “Nell’anno del Signore” (1969) di Luigi Magni con Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Pippo Franco, mentre i ruoli dei due carbonari furono affidati a Robert Hossein (Montanari) e Renaud Verley (Targhini).
Attualmente è ancora possibile vedere una lapide a Piazza del Popolo, luogo della loro uccisione pubblica, dedicata alla loro memoria.
È proprio qui che, secondo la fantasiosa tradizione popolare, di notte è possibile avvistare le ombre dei due carbonari aggirarsi, ascoltare voci sussurrate nell’oscurità e udire rumori incomprensibili: i fantasmi di Targhini e Montanari non sarebbero quindi morti del tutto, ma avrebbero preso la forma, nei racconti leggendari, di spiriti inquieti pronti a vendicare la propria morte ingiusta: i due carbonari non sono considerati solo vittime di un sistema politico autoritario, ma simboli di una lotta mai conclusa contro l’oppressione.
Foto Credit:
– Pixabay, immagine di una ghigliottina
– parte della locandina del film di Luigi Magni “Nel nome del Signore”
– piazza del Popolo, Wikipedia Commons, Wolfgang Manousek

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