Dove dormono gli dei, templi dimenticati della Roma antica

Passeggiando per Roma, tra rovine e frammenti, si ha la sensazione che gli dèi siano ancora lì, in attesa. Molti templi romani sono oggi visibili solo attraverso scavi archeologici o come tracce nei sotterranei di chiese e palazzi. Altri sono rimasti intatti, testimoni silenziosi di un passato grandioso. Oggi con Vistanet faremo un viaggio a tappe per conoscere alcuni templi di Roma meno conosciuti.
Dove dormono gli dei, templi dimenticati della Roma antica.
Passeggiando per Roma, tra rovine e frammenti, si ha la sensazione che gli dèi siano ancora lì, in attesa. Molti templi romani sono oggi visibili solo attraverso scavi archeologici o come tracce nei sotterranei di chiese e palazzi. Altri sono rimasti intatti, testimoni silenziosi di un passato grandioso. Oggi con Vistanet faremo un viaggio a tappe per conoscere alcuni templi di Roma meno conosciuti.
Roma, cuore pulsante del mondo antico, è una città dove gli dèi venivano venerati nei sacri templi, molti dei quali sono oggi dimenticati o nascosti sotto gli strati dell’urbe moderna.
Qui gli dèi sembrano ancora dormire, tra le rovine e le ombre dei secoli.
Tutti conoscono il Pantheon, tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future, fondato nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa.
Oggi però parleremo di alcuni templi meno noti, invitando a scoprire e ad approfondire la storia dell’urbe eterna.
Nei pressi del Foro romano, area archeologica tra il Palatino, il Campidoglio, Via dei Fori Imperiali ed il Colosseo, un tempo sorgeva il Tempio di Giano bifronte (VII secolo a.C. – I secolo d.C.), protettore degli inizi. Della struttura non è rimasto nulla, ne troviamo traccia soltanto in una moneta di Nerone. Giano è rappresentato con due volti, uno rivolto al passato e l’altro al futuro, simbolo dei cambiamenti e delle transizioni. Il tempio era un luogo di preghiera per chi intraprendeva nuovi viaggi o iniziative, chiedendo la benedizione del dio per un cammino sicuro e prospero.
Sotto il Campidoglio si trovava il Tempio di Veiove (192 a.C.), Dio della vendetta e della protezione dei giuramenti, spesso associato agli inferi e protettore dell’Asylum, il bosco sacro locale. Il dio è rappresentato con un giavellotto e una capra. Luogo di culto enigmatico, connesso a riti segreti, i suoi resti vennero dissotterrati nel 1939 con Mussolini per poi essere portati nel Tabularium, sotto i Musei Capitolini, dove sono attualmente visibili.
Nei pressi della Bocca della Verità possiamo ammirare il Tempio di Portuno (70 a.C. circa) uno dei templi meglio conservati nella storia di Roma. Dedicato al dio dei porti e del commercio fluviale. Questa struttura è sopravvissuta grazie alla sua conversione in chiesa nel IX secolo dapprima con il nome di Santa Maria Secundicerii, quindi come Santa Maria Egiziaca patrona delle prostitute pentite. Nel 1916 la chiesa venne demolita per recuperare l’antico aspetto del tempio, ma dentro sono ancora visionabili gli antichi affreschi medioevali che raccontano la storia della santa.
Poco distante il precedente, sempre nell’area della Bocca della Verità, esiste ancora il Tempio di Ercole. Risalente al 120 a.c, è il più antico edificio di Roma di marmo conservato.
Per la sua forma circolare è erroneamente attribuito dai romani alla dea Vesta, in quanto somigliante al vero tempio di Vesta nel Foro romano. Quest’ultimo custodiva il Sacro Fuoco, acceso perpetuamente dalle Vestali, le sacerdotesse dedicate al culto della dea.
Sul Palatino, non lontano dalla casa di Augusto, si ergeva il Tempio di Cibele (191 a.C.), una divinità importata dall’Asia Minore. Conosciuta come la “Grande Madre”, Cibele rappresentava la natura selvaggia e il ciclo della vita e della morte.
Il tempio ha subito nel corso della storia diversi incendi e ne rimane soltanto un basamento superstite.
Il Tempio di Giove Statore (VIII secolo a.C.), che proteggeva Roma durante gli assedi, sorgeva un tempo nell’area del Foro Romano e venne fondato, secondo la leggenda, da Romolo dopo la battaglia contro i Sabini in seguito al famoso ratto delle sabine. A tal proposito l’attributo “Stator” significa “fermante” in quanto Romolo invocò Giove per “bloccare” i nemici.
Sempre nella zona del Foro romano il Tempio di Saturno (IV sec. a.c.), era dedicato al dio associato all’agricoltura, alla ricchezza e al tempo. Fu ricostruito più volte a causa di incendi e guerre ed è qui che vi si tenevano i saturnali, tra le feste più partecipate dai Romani, che avevano inizio il 17 dicembre con grandi banchetti e sacrifici dove i partecipanti si scambiavano l’augurio “io Saturnalia” accompagnato da piccoli doni che prendevano il nome di “strenne”.

Roma
Si tratterebbe del più antico luogo sacro di Roma dopo il Tempio di Vesta e quello di Giove.
Il Tempio di Apollo Sosiano o più precisamente tempio di Apollo in Circo (431 a.C.), si trovava presso il teatro Marcello. Ne rimangono dei resti ancora visibili, i cui più suggestivi sono costituiti da tre colonne rialzate che appartengono al rifacimento di epoca augustea.
Era un importante centro di culto dedicato al dio Apollo, un tempo luogo famoso per le sue feste musicali e le oracole che attiravano pellegrini da tutta Roma.
Sempre nell’area del teatro Marcello esisteva il tempio di Bellona dedicato alla dea della guerra italica che fu promesso in voto nel 296 a.C. da Appio Claudio Cieco dopo una vittoria sugli Etruschi.
La prossima volta che capita di incamminarsi per le vie di Roma, potrebbe essere interessante cercare questi templi nascosti, approfondendo la loro storia che abbiamo accennato in questo articolo, alla scoperta degli dèi dimenticati della città antica.
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