Scandali romani. La fontana delle ninfe nude che indignò i conservatori
Quando la fontana di Piazza della Repubblica fu svelata al pubblico, ci fu una sproporzionata reazione da parte di numerose persone.
Scandali romani. La fontana delle ninfe nude che indignò i conservatori.
Quando la fontana di Piazza della Repubblica fu svelata al pubblico, ci fu una sproporzionata reazione da parte di numerose persone.
Posizionata al centro di Piazza della Repubblica, uno degli luoghi più suggestivi di Roma, la Fontana delle Naiadi fu protagonista di uno degli scandali che accompagnarono l’evoluzione della città verso la modernità. La fontana, completata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, costituisce un esempio di come l’arte urbana possa essere il riflesso del gusto di un’epoca e delle sfide sociali e culturali della sua storia.
Inizialmente eretta nel 1888 sotto il pontificato di Papa Pio IX, la fontana non aveva ancora la forma attuale. La struttura iniziale, era molto semplice, composta da una vasca circolare con pochi ornamenti. Nel 1901, si decise di rinnovare la fontana in chiave artistica e l’incarico fu affidato allo scultore palermitano Mario Rutelli, che si ispirò alle mitologie classiche per creare quattro statue di Naiadi, figure mitologiche delle acque. Le statue raffiguravano la Ninfa dei Laghi, la Ninfa dei Fiumi, la Ninfa degli Oceani e la Ninfa delle Acque Sotterranee. Ciascuna di queste figure era accompagnata da un animale che rappresenta il dominio acquatico in cui vive: un cigno, un cavallo marino, un drago e una lucertola.
Quando le Naiadi furono finalmente svelate al pubblico, l’effetto fu esplosivo: le loro pose audaci, il nudo realista e le linee sensuali delle statue suscitarono una reazione scandalizzata da parte della Roma più conservatrice. Le Naiadi apparivano come figure di donne potenti e disinibite, un messaggio ben diverso dall’immagine tradizionale della femminilità. La sensualità delle statue fece sì che alcuni cittadini, chiedessero addirittura di rimuoverle. Nonostante le critiche, le Naiadi rimasero al loro posto, contribuendo a rafforzare l’idea di Roma come città aperta, capace di accogliere il nuovo senza dimenticare il proprio passato.
Il cuore della fontana fu poi completato con una scultura centrale aggiunta qualche anno dopo, raffigurante un gruppo allegorico rappresentante il “Glauco”. Questa figura maschile, simboleggia il trionfo dell’uomo sulla forza della natura.
Il contrasto tra l’antichità di Roma e la modernità delle Naiadi è forse uno degli elementi più affascinanti della fontana: le ninfe e il Glauco non solo simboleggiano l’acqua e la natura, ma incarnano anche l’ambizione, la sensualità e la complessità della città stessa.
La fontana ha subito diversi restauri, i getti d’acqua furono chiusi nel 2019 per alcune infiltrazioni che raggiunsero la metropolitana sottostante. per poi essere riaperti nell’agosto dello stesso anno. Oggi la fontana essere un punto di ritrovo per gli universitari e un simbolo di Piazza della Repubblica. Il contrasto tra le Naiadi, con la loro eleganza sensuale, e la solennità dei palazzi circostanti è un esempio perfetto della capacità di Roma di unire in un solo spazio storia, arte e innovazione.
La fontana è un’opera che non si limita a decorare una piazza, ma trasmette un messaggio di apertura e di sfida alla tradizione, un invito alla città eterna a evolversi senza mai perdere il proprio legame con le proprie radici mitologiche.
Foto: Pixabay
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