Alla scoperta della Roma nascosta: viale Mazzini, il chilometro alberato.
Andiamo alla scoperta della Roma segreta riproponendo questo articolo di Roma Capitale. Piazza Mazzini è un puntino verde nella mappa di Roma. Una piazza circolare che lo sguardo individua di fronte a Villa Borghese, oltre il Tevere, attraversata da un grande viale alberato che collega Monte Mario al fiume.
È il chilometro verde di viale Mazzini con la bella piazza che lo taglia più o meno a metà. Ricca di vegetazione e alberi ospita al suo interno la spettacolare fontana-giardino con una grande vasca circondata dai vialetti di siepi.
Oggi sia il viale sia la fontana-giardino sono finalmente oggetto di interventi di riqualificazione.

La fontana
Siamo nel quartiere Della Vittoria, nel quadrante Nord Ovest, e per la precisione nel rione Prati: il 22esimo, l’ultimo istituito, che alcuni anni fa ha compiuto 100 anni.

Viale Mazzini
Alcune immagini d’epoca ci mostrano una piazza irriconoscibile. Roma era da poco diventata la nuova capitale del Regno d’Italia (1871). E questo splendido spazio cittadino altro non era che un campo di terra battuta in mezzo all’agro romano. Si chiamava Piazza d’Armi ed era adibita a manovre e sfilate militari.
La concomitanza di alcuni eventi come la ricorrenza del cinquantenario dell’unità d’Italia nel 1911 e l’Esposizione Universale dello stesso anno – che trovò proprio qui una delle sue location – unite alla situazione politica che esprimeva il sindaco Ernesto Nathan, ne cambiarono il destino.

Il verde della zona
Nel piano regolatore del 1909, quando l’Italia era ancora un regno, il sindaco Nathan immaginò una nuova idea di città più rispondente alle moderne esigenze della borghesia: grandi viali ariosi, ampie strade con larghi marciapiedi bordati da alberi.
Roma si preparava ad accogliere la Grande esposizione universale. Piazza Mazzini avrebbe ospitato i padiglioni della mostra etnografica -regionale mentre dirimpetto – i nuovi quartieri sull’altra sponda – i padiglioni delle belle arti.
Si aprirono i cantieri per le opere di urbanizzazione e disegnarono una capitale europea, aperta all’innovazione.
Ma già qualche anno prima la modernità aveva fatto irruzione in quella che era ancora la piazza d’Armi quando comparirono in tutta Roma dei manifestini: “Delagrange volerà!! correte tutti in piazza d’Armi”. Nel 1908, l’artista ed aviatore francese Léon Delagrange tentò l’impresa con un artigianale macchina volante.
Migliaia di curiosi si accalcarono, salirono sulle pendici di Monte Mario, si appostarono sulle terrazze del Pincio ed in ogni altro posto panoramico. Ma la dimostrazione li lasciò delusi ed il Sor Capanna – popolare stornellaro romano soprannominato “il gazzettino di Roma” – ne lasciò un impietoso resoconto: “diceva de vola’ com’un ucello, invece zampettava er sartarello. C’è ita a piazza d’Armi tanta gente, pe’ vède un volo e nun ha visto gnente! Volava Delagrange, co’ tanta boria, più arto d’una pianta de cicoria”.
Anche l’edilizia progettata per la zona era innovativa. Tra le prime costruzioni ci furono le case dell’Istituto Romano di Beni Stabili che si trovano in viale Giuseppe Mazzini ai civici 9 e 11.

I palazzi della zona
Il progetto di Giovanni Battista Milani partecipò al Concorso Nazionale di Architettura per le Celebrazioni del Cinquantenario dell’Unità d’Italia del 1911.
Sono edifici eleganti di piccole dimensioni inseriti in un grande giardino: è la palazzina, il nuovo modello abitativo che si impone nell’edilizia romana. Un prototipo all’avanguardia – via di mezzo tra il villino ed il grande isolato – che sarà molto utilizzato negli anni successivi anche in altre aree della città.
In questi giorni il patrimonio botanico della piazza e del viale sono oggetto di un grande intervento di rigenerazione che interessa un’area di circa 35mila metri quadrati su cui attualmente dimorano 750 alberi secolari di cui 165 nella sola piazza.
Molti gli interventi previsti sul viale e a questi si accompagna il restauro della fontana- giardino che fu progettata da Raffaele De Vico e realizzata nel 1927 con la collaborazione di Ermenegildo Luppi per le parti scultoree.

Le strutture abitative della zona
Fu lo stesso De Vico a battezzarla fontana-giardino poiché la grande vasca è collocata al centro di un’area verde circolare dove le siepi disegnano ampie rientranze. Sul fondo della vasca emergono le sagome di due animali fantastici che si scorgono dal vialetto che le corre intorno realizzato con ciottoli di fiume che formano disegni colorati e delimitato da colonnotti.
Un restyling atteso da tempo e che riporterà allo splendore un luogo del cuore di tanti romani e di tanti artisti che vi hanno vissuto e che vi abitano ancora. Ce lo racconta nel già citato video Dove c’erano i Prati, Andrea Camilleri che qui ha vissuto a lungo.
La presenza delle sedi Rai – la radio in via Asiago, la televisione in via Teulada, il Teatro delle Vittorie palcoscenico di tanti grandi spettacoli – hanno attirato in questo bellissimo quartiere molti artisti.

Il cavallo della Rai
Molti elessero il quartiere a propria dimora ed alcune delle loro abitazioni sono oggi case-museo aperte al pubblico come Casa Moravia e Casa Balla in via Oslavia.
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