Il mercato Nomentano, progettato dalla prima architetta italiana.
Immaginate di fare un salto indietro nel tempo, nella Roma degli anni ’20. Le strade brulicano di vita, l’aria è piena dell’aroma del caffè e del pane appena sfornato, e in mezzo a tutto questo fermento, una giovane donna sta per fare la storia. Il suo nome? Elena Luzzatto, la prima donna in Italia a laurearsi in architettura.
Il mercato all’esterno
Ora, fate un respiro profondo e preparatevi a entrare nel Mercato Nomentano, un edificio che è molto più di un semplice luogo dove fare la spesa. È un monumento alla determinazione femminile, un simbolo di come il talento possa sfidare i pregiudizi di un’epoca.
Immaginate di varcare la soglia di questo mercato in una giornata piovosa. Nonostante il cielo grigio, vi trovate immersi in un’esplosione di luce. Sorpresa! È come se Elena Luzzatto avesse catturato il sole e lo avesse intrappolato all’interno di queste mura. Geniale, no?
Ma aspettate, c’è di più! Guardate in alto: vedete quegli archi a tutto sesto? Non sono solo belli da vedere, sono un vero e proprio abbraccio architettonico che vi avvolge. E quel corridoio centrale? Una volta era una vera e propria autostrada per carri carichi di frutta e verdura fresca. Potete quasi sentire il rumore delle ruote e le grida dei venditori!
Ora, fate attenzione ai dettagli. Vedete quel cemento a vista? Ebbene, siete di fronte a uno dei primi esempi in Italia. Elena Luzzatto era una vera pioniera, una che non aveva paura di osare.
Ma la vera magia sta nel modo in cui questo edificio si integra con la piazza. È come se il mercato e la piazza fossero fatti l’uno per l’altra, una coppia perfetta in un ballo architettonico. E quei bassorilievi con la Lupa, Romolo e Remo? Un tocco di Roma antica in un edificio moderno. Che classe!
Il mercato
Pensate che questo mercato non è solo un luogo dove fare la spesa, ma un vero e proprio centro di vita sociale. Qui potete fermarvi a mangiare, chiacchierare, vivere la città. È come se Elena Luzzatto avesse progettato non solo un edificio, ma un pezzo di vita romana.
E tutto questo in un’epoca in cui Mussolini diceva che le donne non potevano fare architettura! Elena non solo ha dimostrato il contrario, ma ha lasciato il suo segno in tutta Roma: scuole, cimiteri, altri mercati. Era una forza della natura in un mondo di uomini.
Pensate che a causa delle leggi razziali, ha dovuto persino cambiare nome. Ma ha continuato a lavorare, a creare, a lasciare il suo segno. Non ha scritto saggi o diari, ma ha parlato attraverso le sue opere, che sono come pagine di un libro sparso per tutta la città.
Quindi, la prossima volta che passate per piazza Alessandria, fate un salto al Mercato Nomentano. Non state solo entrando in un mercato, state entrando in un pezzo di storia. State camminando nei corridoi progettati dalla prima donna architetto d’Italia, una che ha sfidato le convenzioni e ha vinto.
E mentre fate la spesa o vi fermate per uno spuntino, alzate lo sguardo e sorridete. Perché in quelle volte luminose, in quei corridoi ariosi, c’è lo spirito di una donna che ha osato sognare in grande. Elena Luzzatto non ha solo progettato un mercato, ha aperto una porta per tutte le donne che sognano di lasciare il loro segno nel mondo.
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