La Via Appia: avete mai pensato di percorrerla per intero a piedi?

La via più antica del mondo in 29 tappeUna traversata di 612 km da Roma che si configura tra l’impresa, la peripezia e la performance guidati dallo stesso piacere della scoperta che motivò Ulisse nell’Odissea.
La Via Appia: avete mai pensato di percorrerla per intero a piedi?
Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, la via Appia è un’arteria principe simbolo dell’espansione di Roma e collega la Capitale a Brindisi, in Puglia, attraversando la Campania e la Basilicata.
Sul sito “camminodellappia.it” collegato al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, scopriamo che nel 2015 Paolo Rumiz, Irene Zambon, Alessandro Scillitani e Riccardo Carnovalini decisero di avventurarsi nell’attraversarla per intero 2300 anni dopo la sua costruzione.
Riccardo Carnovalini guidò il gruppo dopo aver studiato con attenzione l’itinerario e Rumiz scrisse anche un libro sull’iniziativa dal titolo “Appia”.

La via Appia
Nell’intervista di Feltrinelli Editore, Rumiz afferma che sono due i sentimenti in bilico che lo hanno accompagnato in questo viaggio, ossia “l’incantamento e l’indignazione”.
Una traversata di 612 km da Roma che si configura tra l’impresa, la peripezia e la performance guidati dallo stesso piacere della scoperta che motivò Ulisse nell’Odissea.
La via più antica del mondo in 29 tappe che attraversano:
Roma, Ciampino, Marino, Castel Gandolfo, Albano Laziale, Genzano di Roma, Nemi, Velletri, Cisterna di Latina, Latina, Sermoneta, Sezze, Pontinia, Terracina, Monte San Biagio, Fondi, Itri, Formia, Minturno, Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico, Carinola, Francolise, Grazzanise, Capua, S. Maria Capua Vetere.

Il basolato della via Appia
E fino a qui ritroviamo il percorso più antico che arrivava sino a Capua, solo nei secoli successivi la via è stata allungata fino a Brindisi continuando per:
Curti, Casapulla, Casagiove, Caserta, San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Maddaloni, Cervino, Santa Maria a Vico, Arienzo, Forchia, Arpaia, Paolisi, Airola, Rotondi, Montesarchio, San Martino Valle Caudina, Roccabascerana, Ceppaloni, Apollosa, Benevento, San Nicola Manfredi, San Giorgio del Sannio, Calvi, Apice, Bonito, Mirabella Eclano, Fontanarosa, Gesualdo, Frigento, Sturno, Rocca San Felice, Guardia Lombardi, Bisaccia, Lacedonia, Rocchetta Sant’Antonio, Melfi, Rapolla, Venosa, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania, Gravina in Puglia, Altamura, Matera, Santéramo in Colle, Laterza, Matera, Santéramo in Colle, Laterza, Massafra, Taranto, San Giorgio Jonico, Carosino, Grottaglie, Francavilla Fontana, Oria, Latiano, Mesagne ed infine arrivare finalmente a Brindisi.
Il tutto calpestando per oltre un mese non solo basolato, ma anche asfalto, marciapiedi, selciato, sterrato, oppure percorrendo sentieri, banchine naturali, addirittura spiagge, campi, mulattiere gradinate. Ma soprattutto, avere il piacere di incontrare gente, territori e differenti tradizioni del nostro Paese.
Diverse persone hanno deciso di seguire la Regina Viarum (la regina delle strade) come il viaggiatore Marino Curnis, non nuovo ad imprese di questo tipo: in passato infatti ha percorso il Sentiero delle Orobie, la Via Mercatorum, il Cammino di Santiago, il Circuito dell’Annapurna in Nepal e noto nel mondo per i suo viaggi a piedi da Bergamo all’Iran, da Roma ad Amboise.
Anche Marta Carusi e Raffaele Ranucci si sono incamminati sull’Appia, utilizzando però la bicicletta.

Lungo il percorso della via Appia
La via Appia è luogo dove si concretizza il senso del detto “tutte le strade portano a Roma”, come per tutte le vie consolari costruite in epoca romana.
Se nel pensiero di Emmanuel Lévinas, viaggiare significa incontrare l’Altro, per Nietzsche è sinonimo di vivere: il viaggio non è solo uno spostamento fisico, ma anche esplorazione interiore, scoperta. I paesaggi, gli incontri, le culture che attraversiamo si intrecciano con il nostro vissuto, diventando parte di una narrazione personale.
Avventurarsi in un cammino è la prova pratica di come il percorso sia più significativo della destinazione stessa, metafora potente dell’esistenza umana.
In un mondo dove siamo sempre più connessi virtualmente, il cammino lungo l’Appia può essere visto come un pellegrinaggio laico che consente di riconnettersi alla realtà fisica, alla terra, al contatto diretto con le cose.
Foto: Rita Chessa e Pixabay

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