Lo sapevate? Nel centro storico di Roma c’è un curioso palazzo curvo

In Via di Grottapinta si trova un curioso edificio curvo. Non lontano dal Campo dei Fiori si può raggiungere da Piazza del Biscione attraverso un sottopassaggio affrescato. Perché l’edificio è curvo? Scopriamolo insieme.
Lo sapevate? Nel centro storico di Roma c’è un curioso palazzo curvo.
In Via di Grottapinta si trova un curioso edificio curvo. Non lontano dal Campo dei Fiori si può raggiungere da Piazza del Biscione attraverso un sottopassaggio affrescato. Perché l’edificio è curvo? Scopriamolo insieme.
L’edificio che oggi sorge in questo luogo, un palazzo maestoso e silenzioso, cela un passato intrigante e antico, che ancora sussurra tra le sue mura. Un tempo, qui non vi era un semplice edificio, bensì un teatro: il celebre Teatro di Pompeo, un capolavoro dell’architettura romana e uno dei centri pulsanti della vita cittadina di duemila anni fa.
La struttura attuale, con le sue linee curve e la sua conformazione inusuale, tradisce l’eredità del suo predecessore. Il palazzo, infatti, si adagia esattamente sulle fondamenta dell’antico teatro. La cavea, dove un tempo sedevano centinaia di spettatori, è diventata il sostegno solido del nuovo edificio. È come se i muri moderni respirassero ancora il ricordo delle voci, degli applausi e delle tragedie che hanno animato quel luogo in epoche lontane.
Ma il vero segreto di questo palazzo si nasconde nei suoi sotterranei. Qui, nelle cantine umide e nei corridoi avvolti dall’oscurità, emergono tracce inconfondibili di un tempo remoto. Blocchi di opus reticulatum, la raffinata tecnica muraria dei Romani, spuntano come testimoni silenziosi, intatti nonostante il trascorrere dei secoli. Questi muri, disposti in un intreccio perfetto, sembrano raccontare storie dimenticate, di ingegneri abili e di mani che hanno plasmato la pietra con maestria.
Camminare in questi sotterranei significa percorrere un confine sottile tra passato e presente, tra ciò che è visibile e ciò che è ormai relegato al regno dei ricordi. Il palazzo non è solo un edificio: è un custode di memorie antiche, una finestra aperta su un’epoca in cui Roma era al culmine del suo splendore. E, forse, se ascolti attentamente, potresti ancora sentire l’eco di un antico spettacolo che risuona tra queste mura.
Nel 61 a.C. il console Pompeo decise di costruire un teatro, il primo in muratura.

La ricostruzione del teatro di Pompeo
La legge romana vietava infatti la costruzione di teatri in muratura, per mantenere il carattere religioso che il teatro possedeva dalla tradizione greca; teatri provvisori in legno venivano eretti soltanto in prossimità di luoghi di culto.
Pompeo, per portare al termine il suo progetto, costruì su un podio rialzato un tempio dedicato a Venere vincitrice la cui gradinata di accesso era costituita dall’intera cavea teatrale: in questo modo gli fu possibile aggirare il divieto del Senato.
Aveva un diametro esterno di circa 150 m e disponeva di 17.500 posti a sedere, nei quali gli spettatori si distribuivano entrando dalle numerose arcate. La scena era decorata da tre ordini sovrapposti di colonne e il tutto era sormontato da una lunga tettoia sporgente per dirigere verso il pubblico i suoni e le voci degli attori.

La ricostruzione del teatro di Pompeo in un’antica stampa
Era arricchita da un monumentale quadriportico con colonne di granito (Hecatostylum). Qui, (all’incirca in corrispondenza dell’attuale Teatro Argentina) era la grande aula detta Curia Pompeii, dove si tenevano riunioni del Senato e dove Cesare fu pugnalato, ai piedi della statua monumentale del suo avversario. Gli incendi successivi portarono all’abbandono del teatro che nel Medioevo divenne cava di materiali edilizi e fondamento di successivi edifici. Sulle rovine della cavea vennero edificate le dimore degli Orsini e la Chiesa di Santa Barbara dei Librai. Il profilo della cavea è ancora riconoscibile nelle vie di Grottapinta, per la parte interna, e nel percorso tra via del Biscione e via dei Giubbonari per la parte esterna. Resti delle murature e delle arcate del portico, oltre che inclusi nelle cantine degli edifici successivi, sono visibili nei locali sotterranei dei palazzi nobiliari della zona.

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