Il 26 luglio e la processione delle “panze” a Roma

Immaginate un corteo di donne incinte devote a S. Anna, nella tradizione religiosa indicata madre della Vergine Maria, che sfilano in giro per Roma. Scopriamo questa antica tradizione.
Il 26 luglio e la processione delle “panze” a Roma.
Immaginate un corteo di donne incinte devote a S. Anna, nella tradizione religiosa indicata madre della Vergine Maria, che sfilano in giro per Roma. Scopriamo questa antica tradizione.
La processione delle “panze” (termine romanesco per indicare le pance delle donne in gravidanza) o delle “partorienti” accadeva ogni 26 luglio in concomitanza del giorno dedicato alla Santa, ed era organizzata dalla Confraternita dei Palafrenieri, oggi Sediari pontifici. Iniziava nella piazza davanti alla Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli; è qui che alle donne incinte veniva regalata una candela, che avrebbero dovuto accendere durante le doglie, in modo da proteggere il parto.
La candela, quindi, rappresentava non solo la fede e la devozione delle donne, ma anche una sorta di talismano o amuleto.
Il percorso si concludeva nella chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri, costruita nel 1570 e completata nel Settecento.
La suggestiva immagine dei ventri rotondi in cammino, col volto semicoperto da drappi (da qui il termine “ammantate”) che procedevano al ritmo cadenzato dei tamburi, accompagnate dai sediari pontifici che si caricavano le spalle le statue della Madonna e Sant’Anna, può sembrare appartenere ad altri tempi. In realtà proprio in questi giorni (dal 16 al 30 luglio) a Trastevere, si sta svolgendo la Festa de Noantri dove è ancora tradizione portare una statua lignea della Vergine in processione.
Ma torniamo alla processione delle “panze”: durante l’avanzata, al momento che giungevano dinanzi ponte Sant’Angelo, il cannone del Castello sparava dei colpi a salve.
Se a Roma la festa è ormai solo un antichissimo ricordo, ad Ischia durante la festa di S. Anna le partorienti ancora chiedono alla Santa, durante la festa, di proteggerle.
Le processioni rappresentano il viaggio spirituale o un pellegrinaggio e in chiave laica costituiscono un evento di partecipazione collettiva.
In questi giorni torridi rimane difficile pensare che delle donne incinte si avventurassero in lunghe camminate sotto il sole cocente con il volto velato, eppure è ciò che accadeva e nonostante le difficoltà fisiche partecipavano con spirito di sacrificio e determinazione, rinforzando il valore spirituale e comunitario. Non dimentichiamo che per un credente, al di là del disagio dovuto al caldo oggettivo, partecipare ad una processione percepita come sacra e ricevere benedizioni specifiche, avrebbe garantito una sorta di protezione divina che dava alle future mamme una sensazione di sicurezza e speranza. Ciò che per alcuni può essere considerato fede può apparire come superstizione per altri e qui il confine è piuttosto sottile in quanto prendere parte ad un rituale dove si pensa di influire direttamente sulla fortuna fa pensare più che altro ad una interssante commistione tra religione e tradizione popolare.

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