Roma nascosta, la nuova vita di Forte Antenne

Andiamo alla scoperta della Roma nascosta e riproponiamo questo bell'articolo di Roma Capitale, presentando il Forte Antenne. Immerso, a tratti sommerso nel verde, Forte Antenne è un’affascinante fortezza abbandonata, che è tornata a rivivere grazie ad una programmazione gratuita di cinema e musica.
Roma nascosta, la nuova vita di Forte Antenne.
Andiamo alla scoperta della Roma nascosta e riproponiamo questo bell’articolo di Roma Capitale, presentando il Forte Antenne. Immerso, a tratti sommerso nel verde, Forte Antenne è un’affascinante fortezza abbandonata, che è tornata a rivivere grazie ad una programmazione gratuita di cinema e musica.
In occasione dell’evento “Felicittà” giovedì 4 luglio la struttura sarà aperta e saranno visitabili anche ambienti normalmente inaccessibili. Mentre per tutta l’estate, fino al 31 ottobre, andrà avanti il Festival del Cinema del II Municipio a cura de Il Condominio APS.
Il forte, costruito a fine Ottocento, non ha subito modifiche particolari dalla sua costruzione e sin dall’entrata appare come un percorso in chiaroscuro tra corridoi e gallerie, lunghe sequenze di ambienti, luce che filtra da feritoie e finestrelle.
I forti di Roma
Forte Antenne fu realizzato tra il 1886 ed il 1891 su superficie di 25mila metri quadri e faceva parte di un sistema militare difensivo costituito nel complesso da quindici forti, una sorta di cinta attorno alla nuova Capitale d’Italia, progettato come difesa contro una possibile invasione straniera.
L’antica Antemnae
Durante i lavori per la sua realizzazione vennero alla luce i resti dall’antico insediamento di Antemnae (ante amnem = davanti al fiume). Da qui deriva il toponimo dell’altura che domina l’area in cui l’Aniene confluisce nel Tevere.
La posizione che occupava era strategica, perché permetteva una visuale ampia. Oggi sono in corso i lavori per rendere accessibile proprio questo tratto del Tevere con un nuovo parco di affaccio che restituirà alla città un’area degradata e finora inaccessibile (link).
Le fonti storiche ricordano Antemne come una delle più antiche città del Lazio, che incrocia il suo destino con uno degli episodi leggendari della storia di Roma, il ratto delle Sabine. Per vendicare il rapimento delle donne da parte dei romani, Tito Livio racconta che la città di Antemne entrò in conflitto con Roma, provò ad invaderla ma venne sconfitta e annessa da Romolo.
Decadenza e occupazione
La funzione difensiva dei forti di Roma perse progressivamente importanza strategica, con il mutare delle strategie e delle tecnologie militari. Il Forte Antenne venne utilizzato fino agli anni Quaranta come deposito del Reggimento Radiotelegrafisti.
Nel dopoguerra venne occupato da alcune famiglie che lo riadattarono in parte ad abitazioni private di cui rimangono ancora arredi e utensili. Altri spazi furono usati per attività lavorative, vi era addirittura un’officina. Negli spazi esterni sono rimasti resti di pollai e alberi da frutto.
Tutti segni di un passato che genera ancora nostalgia. Tanto che – raccontano dall’APS “Il Condominio” – talvolta durante spettacoli o visite guidate, chi visse a Forte Antenne torna a sbirciare quei vecchi alloggi.
Il Forte è rimasto occupato sino a tempo molto recenti. Lo Stato nel frattempo ha ceduto il comprensorio di Monte Antenne al Comune di Roma che nel 2017 lo ha consegnato al Municipio II. Oggi tramite bando è in gestione a “Il Condominio APS” che propone un programma diversificato di attività culturali nell’area esterna.
Come si presenta
Salendo sul Monte Antenne a villa Ada, spicca l’imponente portale di ingresso con stemma sabaudo. Per varcarlo si attraversa ancora il ponte levatoio originale, seppur ammalorato e coperto da una passerella. Il meccanismo per l’elevazione del ponte è ancora visibile nelle gallerie del livello inferiore del forte. Attorno si snoda il fossato, oggi coperto di vegetazione.
La pianta mostra cinque lati in muratura costruiti con blocchi di tufo e finiture in travertino. Le strutture ipogee emergono dal terreno come strane casette hobbit, coperte da strato di terra sul quale oltre l’erba nel tempo sono cresciuti anche degli alberi.
Addentrandosi nella struttura si attraversa la sequenza dei depositi e le gallerie che si articolano in due livelli.
Nella piazza d’armi è stata allestita l’arena estiva.
Infine, prima di uscire, si consiglia di dare un’occhiata ai graffiti all’entrata: a guardare bene si scorgono nomi e date di fine Ottocento.

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