Al via la stagione balneare a Capocotta. Già pronti a riaprire tre chioschi che, come previsto dal bando, garantiranno per i prossimi sei anni (rinnovabili con altri 6) ristorazione, servizi igienici, cura delle dune, pulizia e sorveglianza.
Già pronti a riaprire tre chioschi che, come previsto dal bando, garantiranno per i prossimi sei anni (rinnovabili con altri 6) ristorazione, servizi igienici, cura delle dune, pulizia e sorveglianza.
Per gli altri due lotti è stato pubblicato un bando temporaneo volto a garantire i servizi primari. Intanto sono iniziate le demolizioni di quello che rimaneva sull’arenile dei due chioschi abusivi, di cui uno distrutto dall’erosione e l’altro devastato da un incendio. L’assegnazione è prevista per il prossimo anno.
Rubrica Interviste ai cittadini. Di cosa avrebbe bisogno il tuo quartiere per migliorare? Terza Puntata – Rione Testaccio.
Abbiamo incontrato Marco Orazietti che ci ha raccontato la vita di uno dei rioni più rappresentativi della città nel cuore di Roma.
È arrivato il nostro terzo appuntamento per la nuova rubrica dove intervistiamo cittadini che vogliano presentare la propria zona o quartiere e proporre, segnalare iniziative, idee, progetti per migliorare, un pezzetto alla volta, la città. Spesso chi vive a Roma si lamenta della condizione in cui versa la Capitale, la sfida è quella di non attenersi esclusivamente alla critica di ciò che non funziona, ma di attivarsi concretamente effettuando delle richieste specifiche.
Nel cuore di Roma, al di là delle attrazioni turistiche più famose, esiste un rione che rappresenta l’anima autentica della città: Testaccio.
Abbiamo incontrato Marco Orazietti che ci ha raccontato la vita di uno dei rioni più rappresentativi della città nel cuore di Roma.
Testaccio prende il nome dal “Monte dei Cocci”, una collina artificiale composta da frammenti di anfore romane rotte. Durante l’antichità, infatti, Testaccio era il centro del commercio e dello stoccaggio del cibo proveniente da tutto l’impero romano, in particolare dell’olio e del vino. Le anfore, una volta svuotate, venivano accumulate in quella che è diventata una delle colline più particolari della città.
Il quartiere mantiene vive molte delle sue tradizioni attraverso feste e celebrazioni popolari.
Durante questa intervista eravamo nel vivo della festa rionale di Santa Maria Liberatrice, un evento dove gli abitanti vi partecipano con entusiasmo.
Marco, ci racconti un po’ la tua storia?
“Io vengo da Monteverde e sono arrivato a Testaccio dopo aver conosciuto mia moglie. Mi sono sposato e sono diventato un testaccino”.
Cosa ha di bello Testaccio?
“Essendo un rione molto piccolo, ci conosciamo tutti. Qui c’è un solo asilo, una sola scuola elementare, una media. In questi giardini tutti i ragazzini giocano a pallone, è come un piccolo paese. E poi bisogna dire che qua a Testaccio se magna pure bene! Avete visto quanti locali famosi ce stanno dove se magna la Carbonara, l’Amatriciana. A me dispiace per Trastevere, che significa ‘Trans tiber’, ossia ‘al di là del Tevere’, ma là secondo me lì cucinano più per i turisti, qua a Testaccio se cucina la vera cucina romana”.
Descrivici un po’ la zona
“È un luogo meraviglioso e circoscritto: là (e indica di fronte a lui, ndr), c’è la barriera del Tevere, qui c’è la barriera dell’Aventino, lì ci sono le mura, i vigili del fuoco. Da quando hanno spostato la fontana che stava a piazza dell’Emporio e l’hanno rimessa dove si trovava originariamente a piazza Testaccio, adesso la vita giovanile si è spostata a piazza Testaccio e sinceramente stiamo bene”.
Che suggerimenti daresti alle istituzioni per migliorare la zona in cui vivi?
La problematica fondamentale è la pulizia del quartiere. Molti palazzi sono sporcati da pitture abusive e qui è pieno di palazzi famosi, come quello in cui viveva Gabriella Ferri. Un altro problema è il parcheggio: è quasi trovare posto con l’auto. E poi cosa mi rappresenta la ztl dalle 23:00? A noi testaccini piace camminare per le strade, dovrebbero anticipare la ztl sin dalle sette di sera. Non vedete quanta gente c’è in giro adesso? È questa la vita!”
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