Alla scoperta della Roma nascosta. A passeggio sull’Appia Antica, la Regina Viarum attende il riconoscimento Unesco

Alla scoperta dei luoghi meno conosciuti della Capitale: riproponiamo un bell'articolo di Roma Capitale con la Regina delle Strade antiche.
Alla scoperta della Roma nascosta. A passeggio sull’Appia Antica, la Regina Viarum attende il riconoscimento Unesco.
Alla scoperta dei luoghi meno conosciuti della Capitale: riproponiamo un bell’articolo di Roma Capitale con la Regina delle Strade antiche.
Nel 312 a.C. il console Appio Claudio diede il suo nome al tracciato di una nuova strada che da Porta Capena, a pochi metri dalle Terme di Caracalla, collegava Roma fino a Brindisi. Consacrata dal poeta Stazio come la “Regina Viarum” (la regina delle strade), la via Appia è una straordinaria opera di ingegneria civile, oggi candidata, dopo un lungo iter avviato dal Ministero della Cultura, all’iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco (il responso dovrebbe arrivare a luglio). Restaurata e ampliata dagli imperatori Augusto, Vespasiano, Traiano e Adriano la Regina Viarum offre ai visitatori un viaggio nel tempo di oltre duemila anni, in un’oasi di verde e di bellezza.
La principale caratteristica di questa prima “autostrada dell’antichità” era quella di essere percorribile anche in caso di forti piogge e con ogni mezzo, grazie alla pavimentazione realizzata con grandi pietre levigate, basoli, e perfettamente combacianti, poggiate su uno strato di pietrisco che assicurava la tenuta e il drenaggio delle acque. Con questa tecnica ingegneristica venne costruita l’ampissima rete stradale del mondo romano. Larga circa 4,1 metri, una misura che consentiva la circolazione dei carri nei due sensi, affiancata da un duplice percorso pedonale e servita da pietre miliari, la via Appia Antica si estende per circa 16 km nella Capitale, da Porta San Sebastiano fino alla Località Frattocchie/Santa Maria delle Mole, con le sue innumerevoli testimonianze storico-archeologiche.
Dal 1988 la tutela di questo immenso bene comune è affidata al Parco regionale dell’Appia Antica per valorizzarne le risorse idrogeologiche, botaniche e faunistiche e dal 2016 anche al Parco Archeologico dell’Appia Antica per valorizzarne l’inestimabile patrimonio archeologico, artistico e storico. Entrambi gli enti propongono ogni anno un ricco programma di iniziative, visite, mostre, laboratori, nonché attività ludico-sportive e ambientali.
Da Porta Capena alla Tomba di Cecilia Metella.
La passeggiata sull’Appia Antica, a piedi o in bicicletta, può iniziare proprio da Porta Capena, attraverso un primo tratto costeggiato dai muri di cinta delle tenute suburbane della Roma post-rinascimentale fino alla monumentale Porta di San Sebastiano (che ospita il Museo delle Mura). Già in questo primo tratto si susseguono testimonianze di diverse epoche: la Chiesa di San Cesareo In Palatio (che risale all’VIII secolo e fu costruita su resti di strutture romane preesistenti), la Casina del Cardinal Bessarione (risalente al secolo XV, ma anch’essa realizzata su strutture romane del I secolo a.C.) e l’area archeologica del Sepolcro degli Scipioni (importante complesso funerario risalente al III secolo a.C.). Poco distante, su una traversa dell’antica via Latina, troviamo il Colombario di Pomponio Hylas (I secolo d.C). Attraversato l’arco di Druso, nel muro di cinta è incassata la copia della prima colonna miliare della via Appia Antica.
Proseguendo al II miglio, si passa invece davanti al complesso della Cartiera Latina, oggi struttura espositiva e museale che affaccia su quel che rimane del fiume Almone, uno dei fiumi sacri di Roma. A pochi passi la la chiesetta del Domine Quo Vadis, costruita nel punto in cui, secondo la tradizione, Gesù sarebbe apparso a Pietro che fuggiva da Roma. Al bivio tra la via Appia Antica e la via Ardeatina, parzialmente nascosto da due edifici, si trova il Sepolcro di Priscilla (risalente al I secolo d.C.). Da qui inizia la zona delle Catacombe cristiane, Vigna Randanini, storicamente sepoltura della comunità ebraica; le Catacombe di Pretestato; quelle di San Callisto e Santa Domitilla; infine quelle di San Sebastiano. Il terzo miglio inizia con il Complesso di Massenzio, un’ampia area verde con i resti di strutture di grande pregio: è quel che resta della spettacolare villa di Massenzio (l’imperatore sconfitto da Costantino a Ponte Milvio) dotata di un nuovo impianto di illuminazione artistica, inaugurato lo scorso 20 aprile (ingresso gratuito anche in orario serale).
Questo primo itinerario si conclude davanti al monumento simbolo del Parco: il Mausoleo di Cecilia Metella. nobildonna romana, che grazie alla sua classica struttura a forma di torre fu riutilizzato come torre di avvistamento e struttura difensiva. Fu la potente famiglia dei Caetani a realizzare compiutamente questo progetto, costruendo attorno al mausoleo un vero e proprio borgo, noto come Castrum Caetani, e per lo più andato perduto. Come molti altri siti di interesse facenti parte del Parco Regionale dell’Appia Antica, anche questo ha ingresso gratuito.
Dalla Tomba di Cecilia Metella al Mausoleo di Casal Rotondo fino alla Località Frattocchie/Santa Maria delle Mole.
Un secondo itinerario proposto dal Parco regionale dell’Appia Antica si snoda quasi esclusivamente tra rovine della civiltà romana. E’ qui che l’antico basolato è ben visibile ancora oggi dopo oltre duemila anni con i segni lasciati dal passaggio dei carri. Il IV e V miglio sono caratterizzati da un susseguirsi di edifici sepolcrali che vanno dall’età repubblicana alla tarda età imperiale. Poco dopo si trova il più grande complesso residenziale del parco, la Villa dei Quintili (prima metà del II secolo d.C.) seguito dall’imponente tomba circolare di Casal Rotondo (fine del I secolo a.C.).
La strada si immerge infine nella campagna, con le grandi tenute dell’agro romano, per poi uscire dai confini della Capitale, fino alla Località di Santa Maria delle Mole, nel Comune di Marino, tra sporadiche rovine di antichi monumenti.

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