La minaccia della cimice asiatica getta ombra sul settore agricolo del Lazio, con seri rischi per i raccolti ortofrutticoli

Nella provincia di Viterbo, le associazioni di agricoltori lamentano le perdite significative dovute all'arrivo disastroso di questo insetto proveniente dalla Cina. Si stima che la cimice asiatica abbia compromesso tra il 30% e il 40% del raccolto, con un particolare attacco alle coltivazioni di kiwi, ciliegie e pesche. Coldiretti ha lanciato l'allarme attraverso una nota inviata alla Regione Lazio, avvertendo che la situazione potrebbe mettere a rischio anche la stagione agricola del 2024.
La minaccia della cimice asiatica getta ombra sul settore agricolo del Lazio, con seri rischi per i raccolti ortofrutticoli.
Nella provincia di Viterbo, le associazioni di agricoltori lamentano le perdite significative dovute all’arrivo disastroso di questo insetto proveniente dalla Cina. Si stima che la cimice asiatica abbia compromesso tra il 30% e il 40% del raccolto, con un particolare attacco alle coltivazioni di kiwi, ciliegie e pesche. Coldiretti ha lanciato l’allarme attraverso una nota inviata alla Regione Lazio, avvertendo che la situazione potrebbe mettere a rischio anche la stagione agricola del 2024.
Coldiretti Lazio ha chiesto alla Regione di ampliare le norme tecniche per la difesa e il controllo della cimice asiatica, soprattutto nelle coltivazioni di nocciolo, molto diffuse nel viterbese. La richiesta è finalizzata a consentire trattamenti aggiuntivi con sostanze già autorizzate, nel caso di attacchi gravi durante il 2024.
Secondo le normative europee, Coldiretti ha richiesto un’estensione di 120 giorni per contrastare la diffusione della cimice asiatica e sviluppare nuove tecniche di controllo. La prolificità di questo insetto rappresenta una sfida, poiché può deporre centinaia di uova due volte l’anno, rendendo estremamente difficile il loro contenimento una volta che si sono insediate in una piantagione.
Il cambiamento climatico peggiora la situazione, con sbalzi termici che favoriscono la presenza delle cimici asiatiche e altre specie autoctone. Le temperature insolitamente elevate registrate a marzo 2024 hanno alimentato l’aggregazione di questi insetti, creando ulteriori difficoltà per i produttori ortofrutticoli del Lazio.

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