Roma, alla scoperta delle meravigliose fontane di Lombardi.
Riproponiamo un bell’articolo di Roma Capitale e andiamo alla scoperta degli angoli meno conosciuti della città. Negli anni ‘20 Roma si arricchì di fontane in travertino dedicate ai nuovi rioni del centro storico. Suggestive e scenografiche sono, per la maggior parte, ancora oggi al loro posto.

Ciascuna richiama il nome del rione in cui è collocata o le attività che vi venivano svolte e tutte sono preziose testimonianze da ammirare per la loro semplice e caratteristica bellezza.
A seguito della definizione di 22 rioni romani, l’Ufficio Antichità e Belle Arti del Governatorato di Roma bandì, nel 1924, un concorso per la loro realizzazione. Lo vinse l’architetto Pietro Lombardi. Lo stesso che successivamente avrebbe progettato anche le scenografie di Quo Vadis, il kolossal realizzato a Cinecittà negli anni in cui Roma era definita la Hollywood sul Tevere.

Delle 11 realizzate una è andata distrutta durante il bombardamento di San Lorenzo ed una seconda, originariamente collocata a Borgo e di cui si erano perse le tracce, è stata ricollocata negli anni ’60 in zona Tomba di Nerone.
La Fontana delle Anfore, la più monumentale, si trova al centro della piazza di Testaccio. Realizzata nel 1927, orna una delle due grandi piazze del rione che prende il nome dal Mons Testaceus, oggi Monte dei cocci, formato dai resti delle anfore (testae in latino).
Qui anticamente si trovava l’Emporium, l’antico porto edificato nel 193 a.C. dove attraccavano le navi cariche olio e vino provenienti dai porti del mediterraneo. I contenitori non riutilizzati venivano gettati via e i cocci costituirono nel tempo una collina formata, pare, dai resti di circa 53 milioni di anfore.
Al di là di Ponte Sublicio, sull’altra sponda del Tevere sorgeva invece l’antico porto di Ripa Grande. Qui la Fontana del Timone evoca le attività nautiche che vi venivano svolte. Ancora oggi si trova ai piedi del grande complesso del San Michele, nei pressi della Porta Portese.

Inoltrandosi tra le caratteristiche viuzze di Trastevere, in via della Cisterna, dietro piazza San Callisto, si incontra la Fontana della Botte ispirata al florido commercio di vino in un rione da sempre caratterizzato dalle tante trattorie.
In piazza San Marco, la bella Fontana della Pigna guarda l’Altare della Patria dissetando turisti e romani. Evoca il nome del rione in cui si trova che, però, è legato ad un’altra pigna, ben più grande di questa, rinvenuta nei pressi di Campo Marzio. Oggi la monumentale pigna in bronzo – alta 4 metri e realizzata nel II secolo dopo Cristo – si può ammirare nel cortile del Belvedere dei Musei Vaticani.
La Fontana dei Libri è un piccolo gioiello incastonato in via degli Staderari, traversa di Corso del Rinascimento. I tomi poggiati sulle mensole ricordano la presenza dell’università La Sapienza mentre la testa di cervo – presente anche nello stemma del rione Sant’Eustachio – ricorda la storia del santo che si convertì al cristianesimo all’apparizione di un cervo con una croce tra i palchi.
Nei pressi di piazza di Spagna, la Fontana delle Arti impreziosisce via Margutta strada un tempo famosa per le tante botteghe di artisti e pittori. Nel cuore del rione Campo Marzio dove hanno abitato artisti internazionali come Picasso, l’architetto Lombardi rende omaggio alle arti riproducendo pennelli, cavalletto, sgabelli e maschere teatrali.
Altre due fontane del Lombardi si possono ammirare a Borgo. La Fontana delle palle di cannone, ispirata al fortilizio di Castel Sant’Angelo, è formata da una piramide di sfere dalle quali emerge un volto che getta l’acqua. Si trova in via di Porta Castello dove è stata ricollocata dopo la demolizione della Spina di Borgo per la realizzazione dell’attuale via della Conciliazione.
Infine, nei pressi del colonnato di San Pietro, la Fontana delle Tiare evoca elementi simbolici come le chiavi da cui sgorga l’acqua, riferimento alle chiavi del paradiso affidate da Gesù a San Pietro e presenti nello stemma pontificio, e le tiare, i copricapo papali ora non più in uso.
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