Villa Brasini: la casa che sembra un castello medievale (ma non lo è)
Villa Brasini è un misto fra alchimia, architettura, storia e leggende. Se le sue mura potessero parlare chissà quante cose direbbero! La conoscete?
Una delle tante attrattive di Roma è il fatto che passeggiando ci si può facilmente imbattere in grandiose opere architettoniche, anche nelle zone più mondane, commerciali e gentrificate.
È il caso dello splendido Castello Brasini, un grande edificio costruito tra gli anni ’20 e gli anni ’30. Oggi nel castello è possibile organizzare eventi e serate private ma un tempo questo palazzo ricopriva il ruolo di casa-bottega. Ecco tutta la sua storia.
Il palazzo è stato realizzato da Armando Brasini, un architetto con la passione per l’alchimia, come sua residenza personale. Tra il 1800 e il 1900 le case-bottega era delle dimore abitative dove letterati, scienziati e artisti vivevano e vendevano le loro opere, i loro quadri o, nel caso di Armando Brasini, erbe curative e “pozioni magiche”. Il tutto era volto al fine di mostrare fama e valore artistico, e quindi queste case dovevano essere non solo ricche di personalità, ma anche originali e suggestive.
La concezione artistica dell’architettura di questo castello si contraddistingue infatti per l’unione di diversi stili: a guardarlo, in effetti, esprime davvero un senso di magnificenza e meraviglia. L’edificio, infatti, è alto sei piani, ha in cima un’imponente torre a forma poligonale alla cui base si trovano colonne decorate con ghirigori barocchi. Sulle mura si vedono moltissimi bassorilievi, busti, decorazioni e incisioni a metà fra l’esoterico e l’enigmatico.
Lo stile di Brasini era eclettico e forse un po’ visionario. Ma all’epoca, in Italia, andavano forti le correti del razionalismo e del monumentalismo, stili molto lontani da quello di Brasini. Il suo stile, infatti, volutamente anacronistico, richiama l’antico splendore artistico barocco. Non a caso il suo legame con l’alchimia e l’esoterismo, donano all’atmosfera un’aura di mistero.
Nei decenni successivi alla sua costruzione, infatti, Villa Brasini è stato oggetto di numerose leggende popolari. Le prime voci di corridoi videro protagonisti l’architetto e il suo stile fortemente influenzato dalla passione per l’alchimia. Si diceva che le fantasiose decorazioni fossero stati una chiave per il passaggio al momento alchemico: una sorta di formula magica che permetteva a chi ne avrebbe capito il significato di passare da questo mondo ad altre dimensioni.
In seguito, si disse che durante la Seconda Guerra Mondiale, questo villone venne sequestrato dai nazisti e utilizzata dalla Gestapo come luogo di interrogatori e torture. Questo, accomunato alla costruzione già di per sé un po’ lugubre e oscura, ha dato all’edificio un’aurea capace di influenzare gli occhi di chi vi si trova davanti. Per molti è proprio un luogo da brivido. Avreste il coraggio di entrarci?
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