Verde, completati interventi su pini e cipressi nell’area di piazza Venezia.

Si sono concluse le operazioni di riduzione del rischio degli alberi di piazza Venezia e piazza dell’Ara Coeli con l’abbattimento programmato di 4 cipressi e 5 pini.

Come riporta Roma Capitale, un esito necessario, emerso a seguito di prove speditive, VTA (Visual tree assesment) e strumentali eseguite su tutti gli alberi dell’area sia dagli agronomi incaricati sia dagli esperti del Servizio Giardini capitolino. Rimangono sulla piazza 16 pini e 6 cipressi, un numero che verrà integrato a breve con la messa a dimora di nuovi pini.

“Abbiamo terminato un intervento opportuno per tutelare l’incolumità pubblica e a breve seguirà la messa a dimora di 50 nuovi pini. La scorsa settimana con una variazione di bilancio, la Giunta capitolina ha destinato risorse sufficienti per l’acquisto delle piante destinate sia alla piazza sia al Colle capitolino in accordo con le indicazioni della Sovrintendenza capitolina e della Soprintendenza di Stato”, spiega l’assessora all’Agricoltura. Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi.

Sempre sotto la direzione di esperti agronomi sono state eseguite delle potature di bilanciamento per contenere l’inclinamento di due pini ed evitarne l’abbattimento. Gli esemplari saranno costantemente monitorati grazie all’impiego di uno strumento specifico, l’inclinometro, per verificarne tenuta e stabilità.

Roma, svelato il mistero dell’antico scheletro rinvenuto sull’Appia Antica: è un parente di papa Bonifacio VIII.

La sepoltura, originariamente situata sotto la chiesa di San Nicola, è stata oggetto di un’approfondita ricerca che ha coinvolto scavi, laboratori, analisi incrociate di documenti d’archivio e fonti storiche.

La scoperta riscrive la storia. Il team composto da antropologi e archeologi del Parco Archeologico dell’Appia Antica, sotto la guida di Simone Quilici, ha finalmente ricostruito l’identità di un giovane di quindici anni vissuto nel lontano 1280. Il 3 dicembre segna l’inaugurazione del sito, come riportato da Il Messaggero.

Secondo quanto dichiarato dall’archeologo Stefano Roascio, la scoperta avvenuta a novembre vicino alla chiesa di San Nicola, nelle vicinanze del Mausoleo di Cecilia Metella, ha rivelato uno scheletro appartenente a un giovane adulto maschio, stimato non più che quindicenne. Il reperto era accompagnato da un corredo insolito, costituito da due fibbie da cintura di una tipologia rara nel Centro Italia, a doppia fibbia.

L’analisi approfondita delle fibbie ha svelato connessioni significative: esse sono identificate come parte di una produzione importante di Pisa, finanziata anche dalla nobile famiglia Gaetani di Pisa, conosciuta per il suo impegno nei commerci e nella finanza, nonché per il supporto a Bonifacio Caetani prima e dopo la sua ascesa a papa Bonifacio VIII. Questa scoperta ha portato a concludere che il giovane sepolto potrebbe appartenere proprio a questa illustre famiglia pisana, designata come “familiares” dal papa.

Si presume che San Nicola sia stata costruita su richiesta di papa Bonifacio VIII, integrando deliberatamente la sepoltura nel complesso fortificato del “Castrum Caetani” del Trecento. La ricerca appassionante di Roascio ha suggerito che la chiesa potrebbe essere stata fondata in un luogo in cui i Gaetani di Pisa erano già insediati da diversi anni, spiegando così l’attenzione speciale dedicata alla tomba durante la costruzione della chiesa.

Questo affascinante capitolo sarà approfondito durante la “maratona” di eventi organizzata dal Parco Archeologico dell’Appia Antica in occasione della riapertura della Chiesa di San Nicola il 3 dicembre. Il programma includerà visite guidate, incontri, momenti musicali e tour multimediali nel complesso monumentale di Cecilia Metella, culminando con l’illuminazione della chiesa al tramonto.