Cimitero Flaminio furti, degrado e cinghiali tra le lapidi

Strutture in rovina, prati trascurati, infiltrazioni, furti e persino cinghiali che vagano liberamente tra le lapidi: il cimitero Flaminio di Roma Prima Porta, dove riposano personalità illustri come Enrico Berlinguer, Renato Carosone ed Elena Fabrizi (conosciuta come Sora Lella), emerge come il cimitero più esteso d'Italia e, forse, il più problematico.
Cimitero Flaminio furti, degrado e cinghiali tra le lapidi.
Strutture in rovina, prati trascurati, infiltrazioni, furti e persino cinghiali che vagano liberamente tra le lapidi: il cimitero Flaminio di Roma Prima Porta, dove riposano personalità illustri come Enrico Berlinguer, Renato Carosone ed Elena Fabrizi (conosciuta come Sora Lella), emerge come il cimitero più esteso d’Italia e, forse, il più problematico.
Con i suoi 37 chilometri di strade per 140 ettari e voragini talvolta grandi come crateri, la struttura presenta una serie di criticità evidenti, come riporta un articolo di Adnkronos.
Valeria Campana, portavoce del Comitato per la Tutela dei Cimiteri Capitolini, ha segnalato al quotidiano Adnkronos una situazione di totale assenza di manutenzione, perdite d’acqua, infiltrazioni e ascensori costosamente installati ma inutilizzabili a causa di guasti. Dal 2016, anno di fondazione dell’associazione, il Comitato denuncia la precarietà dei cimiteri di Roma, con particolare attenzione al Flaminio.
“Attualmente, al Flaminio, è quasi impossibile percorrere gli ampi viali, e mi chiedo come gli autobus riescano ad attraversarli”, afferma Campana. “Gli ingressi degli edifici di sepoltura sono danneggiati, divelti e logori. Dalle scale scendono vere e proprie cascate d’acqua, mettendo a repentaglio coloro che visitano i propri cari. Per mesi, hanno sospeso l’approvvigionamento idrico nella speranza di risolvere i problemi di perdite e infiltrazioni, ma ciò ha portato i visitatori a doversi munire di bottiglie d’acqua per annaffiare i fiori.”
La presenza frequente di cinghiali e l’assenza di sicurezza sono ulteriori elementi critici al Flaminio. Campana evidenzia la mancanza di dispositivi di videosorveglianza, che dovrebbero essere obbligatori date le numerose problematiche, tra furti e borseggi. Numerose segnalazioni riportano casi in cui visitatori hanno lasciato borse o effetti personali nelle proprie auto solo per trovarle danneggiate o derubate al loro ritorno.
Un caso particolarmente traumatico è stato raccontato da Valeria Marletta, vittima di un furto al Flaminio. “Lo scorso 15 agosto sono andata al cimitero a trovare mio padre, e quando sono arrivata non c’era più nessuna lapide, solo i fili della luce perpetua erano rimasti. È stato come seppellire nuovamente mio padre, un dolore che non auguro a nessuno.”
Il problema si estende anche ai furti di materiale delle lapidi, con i carabinieri che hanno aperto un fascicolo su decine di denunce. “Eppure, nonostante le segnalazioni, nessuno interviene, mentre i nostri cari muoiono due volte”, lamenta Marletta.
A complicare ulteriormente la situazione, si registrano ritardi nelle operazioni di cremazione e tumulazione dei defunti. Nei pressi dell’ossario, una collinetta desolata ospita sacchi neri dell’immondizia contenenti pietre e marmi, in attesa di essere smaltiti.
“Le concessioni per le tombe a terra durano dieci anni e, se non rinnovate, le tombe vengono liberate. La crisi dei posti ha portato a tentativi di accelerare questo processo. Tuttavia, il materiale rimosso dovrebbe essere smaltito correttamente anziché essere abbandonato in sacchi neri. Le raccolte dopo la scadenza delle concessioni richiedono settimane prima che si possa effettuare una nuova sepoltura”, spiega Campana, sottolineando la mancanza di chiarezza da parte dell’amministrazione comunale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA