Straordinario recupero di antichi tesori sommersi a Ventotene

In una operazione condotta nei fondali dell'Isola di Ventotene, sono stati recuperati diversi reperti archeologici di notevole importanza, tra cui spicca un'anfora romana perfettamente conservata risalente all'epoca repubblicana.
Straordinario recupero di antichi tesori sommersi a Ventotene.
In una operazione condotta nei fondali dell’Isola di Ventotene, sono stati recuperati diversi reperti archeologici di notevole importanza, tra cui spicca un’anfora romana perfettamente conservata risalente all’epoca repubblicana.
Questa impresa è stata portata a termine con maestria dai subacquei della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Civitavecchia, in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e Latina. I reperti sommersi erano situati in una specifica area nella parte meridionale dell’isola, caratterizzata da bassi fondali ed è spesso frequentata da imbarcazioni da diporto. Grazie all’impiego di un elicottero della Sezione Aerea di Pratica di Mare e mezzi navali, i sommozzatori hanno effettuato immersioni secondo le precise indicazioni della Soprintendenza: durante queste operazioni, è stata recuperata un’anfora romana completamente integra, posizionata sul fondale, e un massiccio manufatto cilindrico realizzato in tufo locale. I reperti, una volta riportati in superficie grazie all’uso di palloni di sollevamento e reti appositamente progettate, sono stati trasportati all’interno della Caserma “Finanziere Mare Francesco Nunziale”, dove sono stati sottoposti a un processo di desalinizzazione mediante l’uso di acqua dolce.
L’anfora recuperata è del tipo noto come “Dressel 1B”, una tipica anfora vinaria dell’area tirrenica, ampiamente diffusa tra la fine del II e la metà del I secolo a.C. Il manufatto di pietra, invece, è chiaramente riconducibile alle cave di tufo presenti sull’isola, che erano state utilizzate già in epoca romana per la costruzione della celebre Villa Giulia, e in seguito per la costruzione del carcere borbonico di Santo Stefano e per il processo di neo-colonizzazione di Ventotene. Un’attenta esplorazione subacquea ha rivelato che il manufatto lapideo faceva probabilmente parte di un gruppo di blocchi squadrati che erano sparsi nell’area e chiaramente collegati al naufragio di un’imbarcazione da carico.
Questo straordinario recupero archeologico getta nuova luce sulla storia di Ventotene e sulla sua connessione con l’antica Roma, dimostrando ancora una volta quanto possa essere preziosa l’arte della conservazione del patrimonio culturale sottomarino

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