Roma Criminale. La faccia nera della medaglia di una città straordinaria

Regolano il narcotraffico, la prostituzione, addirittura l’opaca zona d’ombra dei rapporti con la politica e l’imprenditoria, l’usura, il gioco d’azzardo, le importazioni illecite, le merci contraffatte, il riciclaggio di denaro. Viaggio nella Suburra della Capitale, che coinvolge tutti i quartieri.
Roma Criminale. La faccia nera della medaglia di una città straordinaria.
Regolano il narcotraffico, la prostituzione, addirittura l’opaca zona d’ombra dei rapporti con la politica e l’imprenditoria, l’usura, il gioco d’azzardo, le importazioni illecite, le merci contraffatte, il riciclaggio di denaro. Viaggio nella Suburra della Capitale, che coinvolge tutti i quartieri.
A Roma c’è chi giura che la città criminale sia in mano alla camorra napoletana, all’ndrangheta calabrese, alla mafia siciliana, a vari clan sempre italiani (senza dimenticare anche la zona di Ostia, portata alla ribalta in seguito alla famosa “testata” di un esponente della famiglia Spada ad un giornalista), fino alla mafia albanese, africana, cinese, di vari paesi dell’Est come Serbia, Russia, Georgia (e non solo). Regolano il narcotraffico, la prostituzione, addirittura l’opaca zona d’ombra dei rapporti con la politica e l’imprenditoria, l’usura, il gioco d’azzardo, le importazioni illecite, le merci contraffatte, il riciclaggio di denaro.
“Sono stato rapinato tempo fa dalla banda del finto nipote, si erano inventati che il figlio di mia sorella avesse da saldare un debito, li ho addirittura fatti entrare a casa mia, non so come possa essere stato così stupido da aprire la cassaforte davanti a loro” ci racconta Antonio, un anziano di 92 anni di viale Marconi.
Nella stessa via da pochi giorni è stato arrestato colui che dovrebbe essere il capo della mafia cinese a Roma che regolava affari verso la città di Prato e la notte è possibile trovare falò con gruppi di prostitute controllate a distanza dagli sfruttatori, quelli che a Roma sono soprannominati “magnaccia”.
La sera la città si trasforma: quartieri che di giorno sono sicuri e tranquilli, di notte si vestono di un manto di velluto scuro. È un problema che riguarda sia le periferie che il centro storico: di notte c’è addirittura chi si lamenta a Trastevere degli accoltellamenti e i furti al Tridente sono all’ordine del giorno. Non si tratta quindi di una problematica circoscritta alle zone con un più alto tasso di criminalità come Tor Bella Monaca, San Basilio, l’Esquilino o il Corviale.
Colpisce che le zone dove prestare particolare attenzione siano le Stazioni: Termini, Ostiense e Tiburtina.
Non è un caso che il valore degli appartamenti sia nettamente inferiore nelle zone vicine alla stazione Termini, seppur strategiche, rispetto a quelli di via Nazionale, piazza della Repubblica ad un solo chilometro distanti.
Ai turisti le agenzie consigliano di non attraversare di notte strade isolate, di nascondere denaro ed oggetti preziosi, tenere una mano sul portafoglio e custodire il cellulare nelle tasche interne. Sui mezzi pubblici compare la scritta “Beware of pickpockets” (fate attenzione ai borseggiatori).
Non cadremo nella retorica del decoro, ma occorre un piano di regolazione, seppur recentemente il sindaco di Roma Roberto Gualtieri avrebbe dichiarato, in seguito ai numerosi omicidi e gambizzazioni nella Capitale che non ci sia un vero e proprio allarme sicurezza, bensì un’allerta legata al mercato della droga e le sue piazze di spaccio, che sono più di 100, seppur le ufficiali e più frequentate sono circa trenta. Riguardano l’intera città con picchi in diverse zone tra cui Pigneto, San Lorenzo, Torpignattara, Torbellamonaca, Quarticciolo-Centocelle, Corviale, Boccea, Trullo. La “roba” arriverebbe anche via mare.
Eppure, secondo dati statistici de “Il Sole 24 ore” del 2022, risulta che l’anno si sia concluso con ben 205.053 denunce e che la città sia al quinto posto nell’indice della criminalità (in vetta troviamo Milano).
La Suburra esiste ed è la faccia nera della medaglia di una città straordinaria.
“La mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani avrà un inizio e avrà una fine” dichiarava Giovanni Falcone negli anni ’90. È importante educare, coinvolgere le nuove generazioni in programmi di comunicazione e progettuali orientati verso possibilità di realizzazione concreta. Perché alcune scelte sono spesso intraprese quando a mancare è il lavoro, quando si ha la sensazione orribile di non avere altra via d’uscita.

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