24 febbraio: nel 2003 ci lasciò il grande Alberto Sordi. “Sor Marchese, è l’ora” l’epitaffio al cimitero Verano a Roma

Ricordiamo il grande attore tra i più importanti del cinema italiano di tutti i tempi nell'anniversario della sua morte.
24 febbraio: nel 2003 ci lasciò il grande Alberto Sordi. “Sor Marchese, è l’ora” l’epitaffio al cimitero Verano a Roma.
Ricordiamo il grande attore tra i più importanti del cinema italiano di tutti i tempi nell’anniversario della sua morte.
20 anni morì fa il mitico attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore italiano tra i più importanti del cinema italiano di tutti i tempi. Alberto Sordi ha recitato in centinaia di film ed è un capostipite della commedia all’italiana e punto di riferimento indiscusso della romanità cinematografica.
La vita di Alberto Sordi inizia a Trastevere, in via San Cosimato. Vistanet ha anche già dedicato un articolo a riguardo: al numero 12 della via è stata posta una targa commemorativa che lo ricorda con su scritto: “qui, di fronte al civico 7 di una casa che non c’è più, il 15 giugno 1920 nasceva Alberto Sordi, attore ed indimenticabile interprete della ‘storia di ogni italiano’ parte ormai indelebile di ognuno di noi”. Ora in effetti al civico 7 c’è un bar-ristorante e ci piace immaginarlo da piccolo nel Rione Trastevere, prima di lasciare per un periodo Roma e trascorrere parte della sua infanzia a Valmontone, tornare nella Capitale per iniziare e non terminare mai l’Istituto di Avviamento Commerciale “Giulio Romano” in via della Paglia nella stessa Trastevere.
Della sua esperienza a scuola Alberto Sordi ricordava: “Io non ero molto diligente, anzi ero un po’ lazzarone”, infatti fu addirittura espulso (per poi diplomarsi da privatista come ragioniere in un secondo momento).
Dopo una parentesi a Milano, torna a Roma ed inizia a fare più volte la comparsa a Cinecittà, dove un tempo ci si recava direttamente per strappare un piccolo ruolo. In un precedente articolo su Vistanet abbiamo parlato proprio di questo.
Il suo timbro particolare lo porta a diventare doppiatore: sua è la voce Ollio del duo comico con Stanlio, ma anche Marcello Mastroianni, Anthony Quinn, Vittorio De Sica e molti altri.
Ha una prolifica esperienza teatrale, ma è con la radio che inizia la sua popolarità al punto che nel 1951 Vittorio De Sica lo volle nel suo primo film da protagonista in “Mamma mia, che impressione!”
Dopo diverse esperienze cinematografiche minori, arriva al grande pubblico con “I vitelloni” di Fellini e la consacrazione con Steno nel ruolo leggendario del romano che vuole fare l’americano in “Un americano a Roma” e “Un giorno in pretura”.
Partecipa a tantissimi film e vince cinque Nastri d’argento, di sette David di Donatello e altri numerosissimi premi minori, ottenne nel 1995 il Leone d’oro alla carriera al Festival di Venezia.
Il film “il medico della mutua” interamente girato a Roma, è ambientato nella clinica Pio XI in via Aurelia 559.
Come regista dirige 19 film, alcuni con Monica Vitti e l’indimenticabile “Le vacanze intelligenti”.
Sarà una carriera sempre più in ascesa, dove oltre agli innumerevoli ruoli comici, riesce a ritagliarsi anche ruoli drammatici come “La grande guerra” diretto da Mario Monicelli che lo dirige in uno dei ruoli più spassosi ne “Il Marchese del Grillo”. Una battuta del film è stata usata anche come epitaffio sulla sua tomba nel Cimitero Monumentale del Verano: “Sor Marchese è l’ora!”. Qui venne tumulato nella sua Cappella di famiglia.
La morte sopraggiunse nella sua casa a Roma, in via Druso 45, all’età di 82 anni per un tumore ai polmoni ed al funerale, avvenuto nella Basilica di San Giovanni in Laterano, parteciparono più di 250.000 persone.

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