Origine di San Valentino. Nell’antica Roma ci si prendeva a frustate, altro che festa romantica!

Intorno alla metà di febbraio, nell'Antica Roma si festeggiavano i Lupercalia, ricorrenza alla natura, alla sovversione delle regole e alla distruzione dell'ordine costituito. Durante questi giorni avvenivano rituali e mascherate in cui gli schiavi scambiavano il proprio ruolo con quello dei padroni allo scopo di mettere in atto il caos primigenio. Queste feste vengono indicate come origine del Carnevale.
Origine di San Valentino. Nell’antica Roma ci si prendeva a frustate, altro che festa romantica!
Intorno alla metà di febbraio, nell’Antica Roma si festeggiavano i Lupercalia, ricorrenza alla natura, alla sovversione delle regole e alla distruzione dell’ordine costituito. Durante questi giorni avvenivano rituali e mascherate in cui gli schiavi scambiavano il proprio ruolo con quello dei padroni allo scopo di mettere in atto il caos primigenio. Queste feste vengono indicate come origine del Carnevale.
Tra le varie pratiche, ce n’era una in particolare che si pensava fosse propiziatoria alla fertilità e prevedevano che le donne romane si sottoponessero pubblicamente in strada, ai colpi di giovani uomini nudi, dotati di fascine di rami legate da spaghi. Attraverso le vergate di questi uomini, catapultati alla condizione primordiale e ultraterrena della sessualità senza freni, associata al dio agreste Fauno-Luperco, le donne propiziavano la propria fertilità in un atto dionisiaco tra urla di piacere e dolore associato alla sfera più antica e primordiale della sessualità umana.
La pratica fu ritenuta inaccettabile dalla religione cristiana e papa Gelasio I, nel 496, istituì un’altra festività dedicata all’amore romantico senza rimandi alla sessualità, associandola simbolicamente alla protezione del santo Valentino, già protettore dell’epilessia in quanto martire decapitato (interessante che si tratti di qualcuno che abbia “perso la testa”, caricando in questo modo il tutto di valore ancor più simbolico).
Secondo l’almanacco della scienza, diversi critici mettono in dubbio che il santo sia esistito davvero, la cui storia è divisa tra diversi personaggi: secondo una versione, si trattava di un presbitero romano, martire sotto l’imperatore Claudio il Gotico nel 268, la seconda indica Valentino come vescovo di Terni, decollato a Roma proprio il 14 febbraio 273 e sepolto anch’esso sulla via Flaminia della città in Umbria, la terza che si tratti della stessa persona e la quarta invece, neppure lo riconosce come martire ma che fosse semplicemente un finanziatore della costruzione della basilica presso le catacombe.
Diversi i racconti leggendari associati alla sua figura: San Valentino vescovo da Terni, avrebbe donato ad una ragazza molto povera la dote in denaro per il suo matrimonio che altrimenti non si sarebbe potuto celebrare, pare che abbia miracolato un giovane facendolo guarire da una malattia delle ossa che lo costringeva a rimanere rannicchiato (metafore dell’amore sano, ossia ciò che non può fa star male), avrebbe celebrato la prima unione tra un pagano e una giovane cristiana e riappacificato una coppia di ragazzi regalando loro una rosa.
Insomma, sono numerose le storie che si articolano attorno a questa ricorrenza.

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