Lo sapevate? Perché il noto quartiere romano della Garbatella si chiama così?

Alla scoperta dei quartieri romani. Andiamo a visitare idealmente il quartiere della Garbatella, zona tradizionalmente suddivisa in lotti, occupati da costruzioni che circondano cortili e giardini (sul modello delle città giardino inglesi), i quali, soprattutto in passato, erano punti di ritrovo per la popolazione, con lavatoi e stenditoi, botteghe e cantine, sedie e muretti. Andiamo a scoprire perché si chiama così.
Lo sapevate? Perché il noto quartiere romano della Garbatella si chiama così?
Alla scoperta dei quartieri romani. Andiamo a visitare idealmente il quartiere della Garbatella, zona tradizionalmente suddivisa in lotti, occupati da costruzioni che circondano cortili e giardini, i quali, soprattutto in passato, erano punti di ritrovo per la popolazione, con lavatoi e stenditoi, botteghe e cantine, sedie e muretti. Andiamo a scoprire perché si chiama così.
L’architettura della Garbatella fu inizialmente improntata al modello inglese delle città giardino (Garden city movement) ben collegate e vicine alla città, abitate da operai e comprendenti significativi spazi verdi coltivabili, tali da fornire ai lavoratori residenti una preziosa, e ulteriore, fonte di sussistenza: l’orto (un ulteriore tentativo fu iniziato più tardi, nell’edificazione del quartiere denominato appunto Città Giardino Aniene, nella zona nord di Roma).
L’assetto architettonico della zona è un compromesso tra l’estetica e la pratica: le abitazioni sono collocate, almeno nel nucleo storico, in villini o palazzine di tre piani al massimo, con grande cura per i dettagli e per la diversificazione degli stili.
La parte più antica dell’urbanizzazione, progettata e realizzata in modo strutturato con uno stile architettonico uniforme tra gli anni venti e trenta, è usualmente chiamata con l’appellativo di “quartiere”, indipendentemente dal fatto che faccia parte del vero quartiere Ostiense.
Andiamo a capire perché si chiama così.
L’origine del nome Garbatella è tuttora oggetto di discussione: secondo un’ipotesi molto diffusa, il quartiere prenderebbe il nome dall’appellativo dato alla proprietaria di un’osteria che sarebbe sorta sullo sperone roccioso sovrastante la basilica di San Paolo (sul lato sinistro dell’odierna via Ostiense, provenendo dalla Porta San Paolo) all’altezza del Sepolcreto Ostiense; la zona è stata per secoli luogo di passaggio dei pellegrini che percorrevano via delle Sette Chiese, collegante la basilica Paolina alla basilica di San Sebastiano fuori le mura (dal XVI secolo inclusa nel pellegrinaggio per la visita alle sette chiese di Roma).
Tale ostessa – una donna di nome Carlotta – sarebbe stata tanto benvoluta dai viaggiatori che chiedevano ostello presso la sua locanda, da meritare il nome di “Garbata Ostella”, successivamente sincopato in “Garbatella”. Le ragioni del favore si riferirebbero alla sua caritatevole attitudine verso i bisognosi, anche se un’interpretazione più maliziosa andava ben oltre questa bonaria ricostruzione.
Una seconda ipotesi sul nome “Garbatella” vuole, invece, che derivi dall’amenità del luogo; mentre un’ultima interpretazione, con qualche fondamento scientifico, fa riferimento al tipo di coltivazione della vite detto “a barbata” o “a garbata”, nella quale le viti vengono appoggiate ad alberi di acero od olmo), in uso nei terreni detti “Tenuta dei 12 cancelli” (comprendenti l’attuale via delle Sette Chiese), posseduti nel XIX secolo da monsignor Alessandro Nicolai, ministro dell’agricoltura di papa Gregorio XVI.
Una nuova ipotesi sulla nascita del toponimo Garbatella è stata pubblicata sul volume Garbatella 100, il racconto di un secolo, edito per i tipi di Iacobelli a novembre del 2019. Lo studio, curato da Giorgio Guidoni, rivela che il nome Garbatella, appellativo di Clementina Eusebi, l’ostessa che nel periodo 1835-1850 gestì la famosa osteria che darà il nome alla zona, deriva probabilmente dal cognome della madre di Clementina, Maddalena Garbata, vedova Eusebi. Per riconoscere la madre dalla figlia probabilmente venivano appellate Garbata (la madre) e Garbatella (la figlia). Tale osteria, inoltre, si collocava sulla via Ostiense, a metà strada tra la Piramide e la Basilica di San Paolo, dove oggi ha inizio via degli Argonauti.
Le principali chiese della Garbatella sono la cosiddetta “Chiesoletta” dei santi Isidoro (agricoltore) ed Eurosia (Vergine e Martire) in via delle Sette Chiese, unita attraverso l’oratorio, alla chiesa di San Filippo Neri in Eurosia, edificata nel 1952 ed eletta parrocchia nel 1967 per volere di papa Paolo VI e la chiesa di San Francesco Saverio alla Garbatella, in piazza Damiano Sauli, dove papa Giovanni Paolo II iniziò le sue visite ufficiali il 3 dicembre 1978, come riconoscenza all’aiuto avuto dagli abitanti, perché nel 1946 era stato confessore in questa chiesa. In via Pomponia Grecina, nei pressi del Largo delle Sette Chiese, sorge un convento delle Suore Clarisse Cappuccine (Corpus Christi).
Garbatella è la zona urbanistica 11C del Municipio VIII di Roma Capitale. Si estende sul quartiere Q. X Ostiense.
Nel quartiere, a ridosso della via Cristoforo Colombo, sorge l’imponente palazzo della Regione Lazio, dove risiede la giunta regionale.
Ai confini del quartiere, sul lato opposto della stazione di Roma Ostiense, in occasione dei Mondiali di Calcio Italia ’90, sorse lo scalo Air Terminal, con l’annesso centro commerciale, ed un’area attrezzata per autocaravan e camper. Nel 2012 all’interno dell’Air Terminal è stata aperta la sede di Roma di Eataly, divenendo il più grande luogo al mondo dedicato alle eccellenze agroalimentari italiane e una sede della società NTV a supporto delle partenze da Ostiense del treno Italo dismessa nel 2015.
Nel giardino pubblico (ex vigna Serafini) si trova l’ingresso delle catacombe di Commodilla, con una piccola basilica ipogea databile alla fine del IV secolo, un cimitero dipinto con scene bibliche (tra cui una curiosa immagine del Cristo orientale) e le effigi dei martiri santi Felice e Adautto.
Tra i monumenti più recenti, celebre è la “Fontana della Carlotta” di piazza Ricoldo da Montecroce, con la relativa scalinata, detta “degli Innamorati”[10], e il ponticello medioevale in piazza Eugenio Biffi. Ma è l’intero quartiere, con i suoi archi, le sue fontane, le sue palazzine ed i suoi balconi, ad essere considerato un grande ed unico monumento a sé stante.
L’8 settembre 2007, in occasione della notte bianca, sotto spinta del progetto “Quei ragazzini della Garbatella”, a cura dell’associazione culturale “Il Tempo Ritrovato” di Fatagarbatella, il Municipio Roma VIII ha dedicato due targhe ricordo in marmo travertino: la prima Iole Zedde al lotto 28 in via Guglielmo Massaia 22, dove nacque e visse la sedicenne morta il 12 settembre del 1944 a causa di una sventagliata di mitra di un giovane soldato tedesco di guardia ai vagoni nella stazione ferroviaria dell’Ostiense; la seconda al cantante Alvaro Amici, interprete della canzone romana, nato e vissuto al lotto 31 vicino alla fontana della Carlotta, dove è stata posizionata la targa.

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