La Befana “dimenticata” di Roma. Il racconto horror poco conosciuto sulla vecchina dell’epifania

La versione “dark” della regina dell’epifania, che piacerebbe molto a Mercoledì Addams.
La Befana “dimenticata” di Roma. Il racconto horror poco conosciuto sulla vecchina dell’epifania.
La versione “dark” della regina dell’epifania, che piacerebbe molto a Mercoledì Addams.
“Scordatevi dell’anziana dolce che porta dolci, balocchi e all’occorrenza carbone ai bambini. La Befana è una vecchia cattiva capace di strappare il cuore a chi non si è comportato bene”. Questa versione “dark” della regina dell’epifania, che piacerebbe molto a Mercoledì Addams, era molto diffusa fino agli anni ’50, una descrizione che rimanda più alle fiabe dei Fratelli Grimm che ai racconti del focolare e che stride con l’immagine del personaggio molto amato per il quale ancora adesso numerosi l’usanza di radunarsi nella piazza di Sant’Eustachio ed attendere il suo arrivo in modo molto gioioso e festoso accompagnato dalla vendita di cibo di strada e dolci, regali e pensierini, giochi e pupazzetti.
Nel 1800 a Roma si iniziano ad organizzare raduni a Piazza Sant’Eustachio per festeggiare la Befana, luogo dove si trova la chiesa omonima, ma nel 1870, la fiera della Befana si trasferisce a piazza Navona fino ai giorni d’oggi.
Sono rimasti in pochi a conoscere la versione terrorifica della Befana, probabilmente legata a racconti e commistioni originari dai paesi dell’est, dalla Germania o di derivazione celtica/pagana come la “Perchta” che punisce chi si è comportato male aprendogli la pancia, privarlo delle interiora strappargli e impagliarlo con paglia e sassi.
Basti pensare infatti al racconto di Hansel e Gretel, ma in realtà è un immaginario di derivazione molto più antica con forti analogie con l’archetipo della strega anziana e non è un caso che in diversi luoghi in Italia venga bruciata in un falò per gettare via il vecchio anni ed entrare nel nuovo. Non da tutti è riconosciuta la derivazione con le streghe (diversi testi riportano letteralmente “ma non è una strega”) per sposare l’origine di una evoluzione di figure pagane originariamente positive come le dee Strenia, Abundia, Diana che venivano festeggiate proprio nello stesso periodo a gennaio mediante lo scambio di doni.
L’etimologia della parola epifania risale al greco antico ed è composta da epi “dall’alto” e phanein “manifestarsi” in riferimento alle apparizioni dell’antichità.
“La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, il cappello alla romana, viva viva la Befana” è una nota filastrocca. La leggenda vuole che prima di andarsene pulisca il pavimento dopo essere entrata nel camino per consegnare i doni sporcando tutto di fuliggine.
La immaginiamo mettere a posto la scena del delitto dopo aver fatto sparire per sempre uomini, donne, bambini ed anziani che si sono comportati male.
L’avvento del cristianesimo ne ha edulcorato la figura ed è una evoluzione sorprendente considerando che l’iconografia è ricca di immagini di santi e martiri.

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