Lo sapevate? Pasolini era anche un pittore. A Roma la mostra alla Galleria d’Arte Moderna

Nella capitale in occasione del centenario sulla nascita di Pier Paolo Pasolini, una rassegna pittorica che espone un altro volto della ricerca artistica del poeta, noto più come scrittore e cineasta.
Lo sapevate? Pasolini era anche un pittore. A Roma la mostra alla Galleria d’Arte Moderna.
Nella capitale in occasione del centenario sulla nascita di Pier Paolo Pasolini, una rassegna pittorica che espone un altro volto della ricerca artistica del poeta, noto più come scrittore e cineasta.
“Il mondo non mi vuole più e non lo sa” è il titolo di un’opera pittorica di Pierpaolo Pasolini, conosciuto soprattutto come scrittore, poeta e cineasta. Meno nota la sua produzione di dipinti, motivata anche dal percorso della sua tesi di laurea che doveva essere dapprima sostenuta con lo storico dell’arte Roberto Longhi. La conoscenza approfondita della storia dell’arte è evidente nelle immagini iconografiche che ritroviamo in tutta la sua produzione cinematografica. Basti pensare ai quadri viventi ne “La Ricotta”, alla scelta performativa di far interpretare la Madonna nel “Vangelo Secondo Matteo” a sua madre (reduce da un precedente lutto di un altro figlio), alle telefonate con lo stesso Longhi in seguito alle critiche banali che hanno succeduto la prima proiezione di “Mamma Roma” con Anna Magnani dove lamentava: “tutti a paragonare la scena con Ettore, il ragazzo legato al letto di contenzione in carcere al Mantegna.
Mentre il Mantegna non c’entra affatto, affatto! Ah, Longhi, intervenga lei, spieghi lei, come non basta mettere una figura di scorcio e guardarla con le piante dei piedi in primo piano per parlare di influenza mantegnesca! Ma non hanno occhi questi critici? Non vedono che bianco e nero così essenziali e fortemente chiaroscurati della cella grigia dove Ettore (canottiera bianca e faccia scura) è disteso sul letto di contenzione, richiama pittori vissuti e operanti molti decenni prima del Mantegna? O che se mai si potrebbe parlare di un’assurda e squisita mistione tra Masaccio e Caravaggio? Ma lasciamo perdere, figuriamoci se certe ‘mistioni’ toccano la sensibilità di gente che ogni giorno deve buttar giù il suo pezzo, preoccupata solo di non sbagliare troppo, e quindi di seguire, soprattutto, quello che dicono gli altri”.
Coerentemente con il suo amore per la storia dell’arte e i suoi molteplici linguaggi, ricordiamo che Pasolini non mancò di prendere parte ad un’azione di performance art di Fabio Mauri, suo amico fraterno ed artista che realizzò nel 1975 per il poeta “L’intellettuale” proposta in occasione dell’inaugurazione della nuova Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna. Secondo la descrizione di Dora Aceto “Durante l’azione Pasolini è seduto su un alto sedile. Il poeta è trasformato in uno ‘schermo umano’. Su di lui viene proiettato il suo film ‘Il Vangelo Secondo Matteo’. L’alto volume del sonoro, eccessivo rispetto alla dimensione ridotta dell’immagine, accresce lo smarrimento esercitato dall’azione sia sul pubblico che sullo stesso Pasolini. Un fotografo, Antonio Masotti, seduto per terra tra la gente, riesce a fotografare l’azione in 15 fotografie. Immagini che hanno fatto il giro del mondo. La scelta di proiettare il film sull’autore vuole essere, da parte di Mauri, una sorta di responsabilizzazione obiettiva dell’autore del film, costretto a sperimentare su se stesso gli effetti della sua opera. Il pubblico era formato da amici dell’infanzia e adolescenza di Mauri e Pasolini, divenuti, come i due autori, professori, editori, saggisti adulti. Pasolini non né riconobbe nessuno, preoccupato dalle loro manifestazioni di amicizia”.
La mostra alla Galleria d’Arte Moderna, curata da Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani sarà in esposizione fino al 6 di aprile 2023 ed offre un’occasione unica non solo di visitare le opere pittoriche di Pasolini, ma di approfondire il suo rapporto con l’arte. Una parte è dedicata ad autoritratti e ritratti (soprattutto di amici, famigliari, conoscenti) ai dipinti e disegni di corpi, paesaggi e nature morte e paesaggi.
L’amicizia fra Pasolini e Fabio Mauri ed il loro scambio culturale è evidente in un passaggio della mostra. Oltre alla sua produzione, troviamo anche opere d’arte contemporanea di proprietà del poeta come Campigli, Renato Guttuso, Giorgio de Chirico, Andy Warhol (per quest’ultimo poche settimane prima di morire scrisse anche la prefazione del catalogo). Ma anche opere di importanti artisti che hanno ritratto il volto poeta e ancora corti, fotografie, incontri culturali.
Imperdibile.

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