Lo sapevate? Il simpaticissimo Franco Lechner, in arte “Bombolo” era originario del rione Ponte

Nato nel rione Ponte, nel centro storico di Roma, esercitò per anni, fin dalla giovane età, l'attività di venditore ambulante come piattarolo (venditore di stoviglie, tovaglie e ombrelli ai passanti) nei vicoli del centro, nella zona attigua allo storico mercato di Campo de' Fiori. Durante l'estate del 1975 i registi Pingitore e Castellacci lo notano e lo introducono nel mondo del cinema. Colpito da un male incurabile, morì a soli 56 anni. Venne seppellito nel Cimitero Flaminio, a Roma, e l'epitaffio sulla sua tomba riporta "Ciao Bombolo Core de Roma".
Nato nel rione Ponte, nel centro storico di Roma, esercitò per anni, fin dalla giovane età, l’attività di venditore ambulante come piattarolo (venditore di stoviglie, tovaglie e ombrelli ai passanti) nei vicoli del centro, nella zona attigua allo storico mercato di Campo de’ Fiori. Durante l’estate del 1975 i registi Pingitore e Castellacci lo notano e lo introducono nel mondo del cinema, facendolo recitare come caratterista e, secondo Pingitore, durante le riprese del film continuò a fare l’ambulante; nel 1976 esordì anche a teatro, debuttando al Bagaglino.
Bombolo, pseudonimo di Franco Lechner (Roma, 22 maggio 1931 – Roma, 21 agosto 1987, è stato un attore italiano, noto soprattutto come attore comico in commedie sexy e come spalla di attori come Tomas Milian, Enzo Cannavale e Pippo Franco in ruoli e con gag basate principalmente sulla fisicità, sulla mimica facciale, sull’utilizzo dell’onomatopea (famoso il suo Tze-tze!, del turpiloquio e del dialetto romanesco; divenne famoso soprattutto per aver interpretato il personaggio di Venticello, ladruncolo e informatore della polizia, in nove degli undici film della serie poliziesca dell’ispettore Nico Giraldi; il suo personaggio divenne una maschera tipica e lo rese uno degli attori più famosi del cinema di genere italiano degli anni settanta e ottanta.
Conobbe Tomas Milian sul set del film Squadra antifurto, inaugurando la gag dello schiaffo che il personaggio del commissario Nico Giraldi gli rifilava frequentemente. Fra gli anni settanta e ottanta partecipò come caratterista a decine di film diretti soprattutto da Bruno Corbucci e Pier Francesco Pingitore. Nel 1983 rivelò durante la trasmissione Domenica in di aver scelto il nome d’arte Bombolo poiché questo era stato da sempre il suo soprannome ispirato alla canzone omonima del 1932 (“Era alto così, era grosso così, lo chiamavan Bombolo”) scritta e musicata da Marf e Vittorio Mascheroni.
Il suo ultimo film fu Giuro che ti amo del 1986, nel quale appare visibilmente dimagrito, segnato da un attacco di meningite acuta avuto pochi mesi prima e che lo aveva portato anche al coma durante il ricovero ospedaliero e quindi al ritiro temporaneo dall’attività teatrale e cinematografica, e da cui si riprenderà solo parzialmente. Come riportato dalla biografia di Ezio Cardarelli in collaborazione con la famiglia dell’attore, il subentrare di un male incurabile agli inizi del 1987 lo portò a un nuovo ricovero ospedaliero e minò definitivamente il suo stato di salute già precario, costringendolo a un definitivo ritiro.
La sua ultima apparizione in scena, sul palco del Salone Margherita con la compagnia del Bagaglino risale all’8 maggio 1987. Quella sera fu aiutato a salire sul palcoscenico a causa della debolezza dovuta alla malattia oramai incombente. Morì il 21 agosto 1987 all’ospedale Forlanini di Roma in seguito ad un arresto cardiaco all’età di 56 anni. Venne seppellito nel Cimitero Flaminio, a Roma, e l’epitaffio sulla sua tomba riporta “Ciao Bombolo Core de Roma”.
Tomas Milian ha raccontato che al funerale di Bombolo, avvenuto il 24 agosto 1987 nella parrocchia di Santa Maria in Vallicella, si nascose dietro una colonna affinché nessuno lo notasse e quando il feretro passò davanti a lui, gli diede un affettuoso buffetto, in ricordo di tutti gli schiaffoni che, sul grande schermo, nei panni dell’ispettore Nico Giraldi, aveva rifilato all’attore romano.
Quentin Tarantino affermò di essersi ispirato a lui per i personaggi italiani del film Bastardi senza gloria.
L’attore Eli Roth in Italia dichiarò che per interpretare il personaggio che parla italiano nel film Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino non aveva avuto troppe difficoltà in quanto era ”cresciuto ad una scuola speciale: la scuola di Bombolo” e che aveva “studiato i più grandi attori della storia del cinema italiano, tra cui appunto Bombolo, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Lando Buzzanca”. Salutò poi il pubblico dicendo “Viva Bombolo!”.

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