Lo sapevate? Chi era realmente il Marchese Onofrio Del Grillo?

Tutti noi conosciamo il film di Mario Monicelli interpretato da un magistrale Alberto Sordi. Ma quel personaggio così simpatico e scherzoso è vissuto veramente nella Roma di fine Settecento? Pare proprio di sì. Chi era realmente il Marchese Onofrio del Grillo e perché era così popolare a Roma? Di lui si diceva fosse un gran burlone, proprio come nel film..
Lo sapevate? Il Marchese Onofrio Del Grillo è realmente esistito.
Tutti noi conosciamo il film di Mario Monicelli interpretato da un magistrale Alberto Sordi. Ma quel personaggio così simpatico e scherzoso è vissuto veramente nella Roma di fine Settecento? Pare proprio di sì. Chi era realmente il Marchese Onofrio del Grillo e perché era così popolare a Roma? Di lui si diceva fosse un gran burlone, proprio come nel film..
Onofrio Del Grillo fu un nobile romano che aveva ruoli importanti nella Roma Pontifica proprio come il celebre protagonista del film di Monicelli.
Rispetto al personaggio cinematografico interpretato da Alberto Sordi, però, sarebbe nato nel 1714 e morto nel 1787, anni prima rispetto al periodo, 1802, in cui è ambientata la pellicola.
Il membro della nobile famiglia Del Grillo che, proprio come nel film, amava fare burle e prendersi gioco della gente del popolo.
Onofrio del Grillo è stato un alto dignitario pontificio, marchese di Santa Cristina e conte di Portula.
Appartenente ad un’aristocratica famiglia di origine marchigiana, trascorse la maggior parte della vita nella Roma papalina, ricoprì i ruoli di Sediario pontificio, Cameriere di cappa e spada di Sua Santità e Guardia nobile.
Nacque a Fabriano da Bernardo Giacinto e Maria Virginia Possenti che, dopo di lui, ebbero Giuseppe e Caterina. Lo zio Bernardo II, fratello del padre, lo indusse a frequentare giurisprudenza presso l’università di Urbino, dove conseguì la laurea. La scomparsa della madre e la situazione economica familiare non florida gli imposero il trasferimento a Roma presso il suddetto congiunto, proprietario di un palazzo nel quartiere di Monte Cavallo. Morto lo zio nel 1757, essendo nominato da lui unico erede, divenne ricchissimo grazie all’importante eredità: fu ammesso nella Corte Pontificia dove svolse la funzione di Sediario e si rese celebre in Anticamera per il suo carattere eccentrico. Iscritto pertanto al patriziato romano, il papa Benedetto XIV gli conferì il rango di marchese di Santa Cristina (Gubbio) e conte di Portula. Sempre nel 1757 sposò Faustina Capranica, la cui ricca dote fu da lui superficialmente dissipata in poco tempo. Due anni dopo nacque la figlia Maria Virginia che, in futuro, avrà come consorte Augusto Scarlatti: era l’ultima della famiglia che si estinguerà con Giuliano (1824-1892) nei Capranica del Grillo, la cui discendenza è rimasta fiorente.
Le sue gesta e la fama dei suoi colossali scherzi si diffusero in tutta Roma e furono notevolmente ampliate dalla voce popolare che probabilmente fuse episodi attribuibili a diversi membri della famiglia. Ritiratosi in età avanzata nella città natale, acquistò e fece restaurare nel 1771 una grande villa con parco, ancora esistente, dove trascorse l’ultimo periodo della vita. In quello stesso anno ricoprì nell’Urbe la prestigiosa carica civica di Priore dei Caporioni e due anni più tardi divenne Conservatore. Morì a Fabriano, a 73 anni, nella sua residenza estiva, ma la sua salma è sepolta nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini (navata destra, prima cappella) a Roma dove vennero celebrati solenni funerali alla presenza del Delegato papale.
Resta dubbia l’identificazione di questo personaggio storico con quello protagonista di tanti aneddoti popolari romani: oltretutto quest’ultimo, secondo alcuni, sarebbe vissuto nella prima metà dell’Ottocento, quindi quando il nobile fabrianese era già morto.
La famiglia Capranica del Grillo risiede tuttora in un sontuoso palazzo settecentesco collegato con un sovrappasso a un’adiacente torre medievale, nel cuore del centro storico dell’Urbe, nei pressi dei mercati di Traiano. La via dove è situato si chiama ancora salita del Grillo, così come il torrione: un suggestivo scorcio della vecchia Roma pontificia.

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